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Biblioteche di condomio, l'Italia scopre i 'circoli Pickwick'

Viola Giannoli Unsplash
Pubblicato il 23-03-2021

Si prendono volumi in prestito, ma si tengono anche letture e presentazioni

Al civico 30 di via Giovanni da Castel Bolognese, in zona Porta Portese a Roma, nel centenario Palazzo dei Ferrovieri ferito dal bombardamento del '44, si saluta il custode, si attraversa il cortile fino alla palazzina C, si scende giù al piano ammezzato, un giro di chiave, e lì dove c' era un vecchio lavatoio trasformato poi in anonima sala da riunioni di condominio, si spalanca lo stanzone con soffitto a botte diventato biblioteca. A custodirne le chiavi è Loredana Grassi che col marito aveva un supermercato. Quando ha chiuso, lui è diventato il portiere del palazzo, lei la condomina-bibliotecaria. «Non c' era niente qui, abbiamo fatto un appello ai residenti - sette scale, una ventina di appartamenti ciascuna - qualcuno ha donato le poltroncine, chi le sedie, chi i tavoli, chi i tappeti, le librerie, gli scaffali». E i libri, soprattutto: centinaia e centinaia di volumi arrivati dalle cantine, dalle soffitte, dai doppioni letti cento volte, dalle camerette dei bambini diventati ragazzi. «Per catalogare all' inizio scrivevamo a mano su un foglio, poi un ufficio qui sopra ci ha donato un pc e allora ci siamo messi a ordinare tutto su un programma», racconta Loredana. Ci sono i romanzi storici, la letteratura italiana, quella straniera, i saggi, racconti degli scrittori emergenti, i volumi sull' Appia Antica da cui tutto è partito per la passione di questa coppia, «ma più di tutto vanno a ruba i gialli. Sarà che siamo tutti chiusi in casa, viviamo di cronaca, anche nera, più che d' avventure».

Già, la cronaca. In zona rossa le visite al pubblico sono sospese, perché la biblioteca condominiale, lo scorso anno nominata Best Practice , non era aperta solo al palazzo, ma a tutto il quartiere e la città. Ora che pure uscire dal portone è diventata fantascienza Loredana e gli altri bibliotecari improvvisati sono lì, si citofona, si chiede un libro, chi ha le chiavi scende e lo lascia sul pianerottolo. Meglio di una biblioteca pubblica, aperta pure quella solo per il prestito ma non a domicilio. Presto tornerà il simposio, il salotto letterario in cui le baruffe per le spese condominiali, le liti per il rifacimento della facciata, le discussioni sulla pulizia delle scale si sedavano a parlare d' arte, di fotografia, di film. «Nei palazzi ci si incontra e basta, ci si saluta a malapena e poi ognuno corre alla sua vita. Volevamo invece un luogo dove conoscerci, creare una comunità ». E così sono nati il gruppo di lettura condivisa con la discussione collettiva sul libro sfogliato in parallalo ognuno nel proprio salotto, i cineforum, i corsi di lingua, lo yoga, le lezioni di maglia, il cineforum, le polentate.  «La pandemia ci ha allontanati di nuovo, sembra che pure i libri facciano paura», dice Loredana pronta a riaprire al più presto il suo circolo Pickwick. 

Come i "condomini letterari" di Bitritto, a Bari, il salotto letterario nell' androne di un palazzo di Crotone, le condoteche della zona 167B di Lecce. O le biblioteche condominiali di Milano, città pioniera che si è ispirata a New York e ne conta 17: quelle delle case popolari e quelle sorte nei condomini privati. La prima è nata in via Rembrandt 12, negli ex locali della portineria in disuso. Le chiavi le ha Roberto Chiapella, che riparava radio e tv e ora è in pensione. Si citofona al custode e si entra. «Per me le persone sono libri che camminano - racconta lui - Mi piace incontrarle e sfogliarle come sfoglio le pagine». Dalla biblioteca di via Rembrandt sono passati decine di condomini (il palazzo ne ospita 72), di residenti del quartiere, di concittadini, di scrittori emergenti o intellettuali (l' architetto Stefano Boeri, per dirne uno) a presentare i loro libri circondati da 7 mila volumi e altrettanti ospitati in un magazzino. I primi li raccolse Roberto dal cassonetto di fronte casa. Poi sono arrivati pure dall' estero: appassionati, eredi di biblioteche, ex milanesi li donano in continuazione. Un sogno che da San Siro ha conquistato l' Isola, i Navigli, il Ticinese, il quartiere Solari. Tanto che il Comune pensa a una premialità fiscale per chi ospita nel proprio condominio una biblioteca: uno sconto sulla Tari, la tassa sui rifiuti. Intanto le sue foto fanno il giro d' Italia, migliaia le condivisioni sui social e i commenti per quell' idea da copiare, ora che abbiamo tutti riscoperto la vita da palazzo. (Repubblica)

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