Serie TV

Episodio 9: La tonaca

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia
Pubblicato il 09-10-2021

Francesco prende dimora in una località denominata “Porziuncola”

Avvenuta la spoliazione dai beni paterni, Francesco prende dimora in una località denominata “Porziuncola”. Qui trova una chiesa in stato di abbandono e, poiché rovinata dal degrado, decide di ripararla.

Tommaso da Celano descrive l'abito indossato da Francesco in questo periodo della sua vita: “era simile a quello degli eremiti, con una cintura di cuoio, un bastone in mano e sandali ai piedi”. Il santo, ormai, ha maturato una convinzione profonda: anche i suoi frati non dovranno possedere nulla, cosi come disposto dal Vangelo. Non dovranno “portare bisaccia, né pane, né bastone per via, né avere calzari, né due tonache”. Questo è l'invito di Cristo, per i Suoi discepoli. Un comando chiaro e perentorio che decide di assecondare: “questo bramo con tutto il cuore!”.

Le fonti raccontano con minuzia altri particolari: “si scioglie dai piedi i calzari, abbandona il suo bastone, si accontenta di una sola tunica, sostituisce la sua cintura con una corda” (FF, 356) La cintura, infatti, era indossata anche da mercanti, borghesi, cavalieri. Meglio, dunque, un'umile corda come portavano i più poveri. Questo, ribadiamo, sarà il medesimo modo di vestire per i suoi seguaci.

Padre Enzo spiega il significato più profondo di alcuni dettagli dell'abito voluto da Francesco, conosciuto comunemente come “saio”. Le disposizioni a riguardo, pervenute nella Regola, sono scarne ed essenziali e il principale criterio a cui attenersi sembra quello della povertà. Occorre, allora. ricordare che i contadini dell'epoca indossavano abiti di lana con varie sfumature di grigio e marrone. E questa sarà l'usanza ripresa dai fraticelli.

Nella Leggenda Perugina, Francesco argomenta brevemente sul colore dell'abito, paragonandolo al piumaggio delle allodole. Leggiamo nel testo: “la veste dell'allodola, il suo piumaggio cioè, è color terra. Così essa dà esempio ai religiosi a non cercare abiti eleganti e fini, ma di tinta smorta, come la terra” (FF, 1669). Nella Antica Sala Capitolare della Basilica Inferiore, ad Assisi, assieme ad altre reliquie è possibile ammirare proprio il saio del santo, custodito in una teca. È molto rovinato, pieno di rammendi che, come vedremo, sono opera di Santa Chiara.

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