Episodio 8: La rinuncia ai beni
Francesco è intento a privarsi di ogni cosa in suo possesso
I primi fatti richiamati in questa puntata da padre Enzo, si svolgono a Foligno, nella piazza principale del paese. Il protagonista è sempre Francesco intento a privarsi di ogni cosa in suo possesso. Vende alcune stoffe e si disfa addirittura del cavallo incassando qualche denaro. Inizia, allora, l'opera di riparazione della cadente chiesetta di San Damiano, con il lavoro delle proprie mani. In questo periodo è ospite di un sacerdote povero, a cui ha affidato i ricavi della vendita dei beni paterni, affinché si possa provvedere al restauro. (FF, 1040) Dapprima si nasconde, timoroso di mostrarsi in pubblico, perché ormai è considerato dalla gente un pazzo, un demente. Poi, tornato ad Assisi, deve affrontare la palese ostilità dei concittadini.
Anche il padre, considerandolo fuori di senno e irrecuperabile, trovandolo vestito di stracci “lo trascina a casa e lo perseguita, prima con le parole e le percosse”. Affinché si ravveda lo priva di ogni libertà e lo mette in catene (FF, 1041). L'epilogo di questa vicenda ha luogo, ancora una volta, ad Assisi. Il poverello ormai è pronto a tutto. Liberato dalla madre, e accettata la proposta di presentarsi dinanzi al vescovo della città e rinunziare ufficialmente all'eredità paterna, in piazza, “depone tutti i vestiti e li restituisce al padre”. Anticipa con questo gesto la decisione di Pietro Bernardone che, temendo una dilapidazione dei beni accumulati, ha deciso di diseredarlo. Celeberrima è la scena di Francesco completamente nudo. Il vescovo Guido lo ricopre del suo mantello considerandolo bisognoso di supporto e protezione.
L'episodio è magnificamente raffigurato da Giotto, tra gli affreschi della Basilica Superiore di Assisi. Come riferiscono le fonti depone “anche le mutande” (FF, 1043) e rivolgendosi al padre lo rinnega completamente. Da questo momento il suo unico Padre sarà quello che nei cieli: “perché in Lui ho riposto ogni mio tesoro e ho collocato tutta la mia fiducia e la mia speranza” (FF, 1043) La similitudine con il racconto evangelico del “giovane ricco” è evidente. L'invito di Cristo a lasciare “case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi” in suo nome per avere “in eredità la vita eterna” è qui concretizzato. San Francesco ha capito che la vera ricchezza è quella di una vita vissuta al servizio di Dio, nell'abbandono totale al Padre.
Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.
Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA