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Pace e bene, un saluto tipicamente francescano

“Pace e Bene” è un saluto tipicamente francescano. Padre Enzo ricorda, oggi, di averlo ascoltato anche dalla bocca di papa Benedetto, durante l'udienza del 12 Ottobre 2005. “Tutti abbiamo un'anima un po' francescana”, commentò a braccio il pontefice. Questa formula, cosi come la conosciamo, in realtà, non è presente in alcuno scritto di Francesco. Nel Testamento, del 1226, il poverello scrive “Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace” (FF, 121). E anche nella “Regola non bollata” del 1221 invita i suoi frati ad entrare nelle case augurando la “pace” (FF, 40).

Nella “Leggenda dei tre compagni” redatta da Angelo, Leone e Rufino è riportata la consuetudine, del Serafico, di offrire “al popolo questo messaggio di pace” prima in iniziare ogni predica. La stessa biografia riferisce l'esistenza di un “precursore” di Francesco, un uomo di Dio che “percorreva di frequente Assisi salutando col motto che noi tutti conosciamo. Quel “pace e bene”, presente in questo passaggio letterario delle fonti francescane, sintetizza la consapevolezza di essere parte di una fraternità, di una grande famiglia.

Un altro celebre saluto riconducibile a San Francesco è “Buongiorno brava gente”. Cosi si rivolse agli abitanti di Poggio Bustone quando giunse nel paesino alle pendici degli appennini. Con queste parole riuscì a sconfiggere un atteggiamento inizialmente ostile accaparrandosi le nativi del luogo. Celebre è la benedizione, impartita da Francesco a frate Leone in un momento di difficoltà spirituale, dove anche ritroviamo la parola “pace”: “Il Signore ti benedica e ti custodisca, mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te. Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace”.