Episodio 18: Il presepe di Greccio
La prima rappresentazione del Natale del Signore
Nel 2019, Papa Francesco ha firmato la Lettera Apostolica “Admirabile signum”, sul significato del presepe. Scrive nell'incipit il pontefice che “rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia”. E l'aveva compreso molto bene San Francesco. A Greccio, nella Valle Reatina, le grotte qui presenti ricordano al poverello il paesaggio di Betlemme. È un luogo “ricco di povertà” e qui, in un eremo, può “dedicarsi più liberamente alla contemplazione delle cose celesti” (FF, 621)
Ed è di ritorno da Roma dove, probabilmente, ha potuto ammirare nella Basilica di Santa Maria Maggiore alcuni “mosaici con la rappresentazione della nascita di Gesù, proprio accanto al luogo dove si conservavano, secondo un’antica tradizione, le tavole della mangiatoia” (Admirabile signum, 2)
Tommaso da Celano riporta dettagliatamente quanto accaduto quella notte, durante la prima rappresentazione del Natale del Signore: “uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte”. Chi accorre ed assiste alla scena riesce ad assaporare una gioia interiore mai provata in precedenza. E ancora, annota il biografo per commentare l'evento: “la selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi”. (FF, 469) Per San Francesco, ricorda ancora padre Enzo, il Natale è la festa di tutte le feste.
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