Serie TV

Episodio 11: La Regola

Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia
Pubblicato il 11-10-2021

La tormentata storia della Regola Francescana

Padre Enzo Fortunato ripercorre, oggi, la tormentata storia della Regola francescana. Quando si è formata la piccola comunità di frati che abitano presso la Porziuncola, Francesco d'Assisi è  intenzionato a impartire loro chiare istruzioni. Ed è questo il periodo in cui scrive, manu propria,  il “Propositum Vitae”. È un documento che contiene, semplicemente, “una formula di vita”. Ai seguaci del poverello si chiede di osservare il Vangelo, e si danno poche altre disposizioni necessarie a “vivere in modo uniforme”. (FF, 1061)

San Bonaventura da Bagnoregio espone queste vicende, collocabili tra il 1209 e 1210, nella Leggenda Maggiore fino all'epilogo dell'approvazione papale di questa Regola.

Innocenzo III, “illustre per sapienza”, ricevutolo in udienza e avendone ascoltati i propositi ne resta ammirato: ne intuisce “la purezza e la semplicità dell'animo, la fermezza nel proposito” e capisce che è animato da una “volontà santa” (FF, 1062). Ma l'approvazione del pontefice è solo orale (vivae vocis oraculo). Purtroppo, il testo originale di questo primo “propositum vitae” è andato disperso.

La “prima regola”, dunque, composta da Francesco e giunta fino a noi è quella del 1221, approvata durante un capitolo generale dell'ordine ad Assisi. La “Regola non bollata” attesta una progressiva evoluzione della fraternità fondata da Francesco e nel prologo viene ricordata la precedente approvazione di Innocenzo III pur “senza bolla”. Tra le righe iniziali, ancora, viene confermato l'impegno carismatico del santo fondatore, non più vicario poiché gli è succeduto Frate Elia da Cortona . Viene ribadita l'obbedienza di chi è chiamato a dirigere l'ordine al papa e ai suoi successori. La sintesi dello stile di vita che i frati dovranno osservare è nei tre voti di “obbedienza, castità, senza nulla di proprio” e nel comando di “seguire la dottrina e l'esempio del Signore nostro Gesù Cristo” (FF, 4)

La “Regola Bollata”, in vigore tutt'oggi, giuridicamente più strutturata, fu approvata nel 1223 da papa Onorio III con la bolla “Solet annuere”, dopo una fase travagliata di discussioni tra gli stessi frati. Francesco, “preoccupato”, si ritira a  Fonte Colombo, e la scrive in collaborazione col Cardinale Ugolino di Anagni. L'interpretazione delle disposizioni del santo sarà causa di dissidi negli anni avvenire. Francesco, forse consapevole di questo ammonirà nel Testamento: “come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere con semplicità e purezza la Regola e queste parole, cosi cercate di comprenderle con semplicità e senza commento e di osservarle con sante opere sino alla fine

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