Lo spirito di Assisi per immagini, i precedenti
Proponiamo a tutti gli internauti le immagini degli incontri tenuti ad Assisi nel
1986 , 1993 , 2002 e 2011
1986
In un anno, il 1986, segnato da tensioni fra i due blocchi americano e sovietico, da scenari di riarmo militare e nucleare, Giovanni Paolo II invita ad Assisi i leader delle religioni di tutto il mondo per una giornata di preghiere, di silenzio e di digiuno per la pace. Quella del Papa e' una iniziativa senza precedenti. Così, il 27 ottobre, giungono nella città di San Francesco più di sessanta capi religiosi, negli abiti più diversi. Uno per uno gli ospiti, tra i primi dei quali il Dalai Lama, vengono salutati dal Papa sulla soglia del tempio.
''Non prenderemo alcun pasto - annuncia Giovanni Paolo II - e in questo modo diverremo più coscienti del bisogno universale di penitenza e di trasformazione interiore. Le nostre tradizioni sono molte e varie, ma riflettono il desiderio di uomini e donne lungo il corso dei secoli di entrare in relazione con l'essere assoluto. La preghiera comporta da parte nostra la conversione del cuore, vuol dire approfondire la nostra percezione della realtà ultima. Ed e' per questa ragione che siamo convenuti in questo luogo''. A conclusione di una giornata indimenticabile, il Papa si rivolse ai leader mondiali: ''li invitiamo a prendere atto della nostra umile implorazione a Dio per la pace, ma chiediamo pure ad essi di riconoscere le loro responsabilità e di dedicarsi con rinnovato impegno al compito della pace con coraggio e lungimiranza''.
La giornata termina con un incantevole arcobaleno apparso al di sopra della Basilica. A coprire l'evento piu' di 800 giornalisti, 30mila i pellegrini giunti ad Assisi, oltre un miliardo di persone davanti alla tv.
1993
Se l'incontro del 1986, si rivolgeva al modo intero, ''su cui si addensavano oscure nubi, oggi il nostro sguardo si volge all'Europa'', dice Giovanni Paolo II, promuovendo un nuovo appuntamento di preghiera per la pace il 9 gennaio 1993 ad Assisi con i leader religiosi della tradizione europea. Si implora la pace al ''Signore della storia'' - annuncia il Papa - ''certi di essere ascoltati'' da quel Dio che, dopo la preghiera del 1986 ''ha dato dei segni, anche tangibili, di avere ascoltato''. Nel 1991 era scoppiata la crisi nei Balcani, dando luogo a una serie di guerre e violenze che coinvolgeranno in particolare popolazioni di territori - Croazia, Bosnia, Kosovo - che costituivano parte di quella che era fino ad allora la Jugoslavia. Obiettivo del Papa e degli altri leader religiosi è quello di ''contribuire in modo specifico, con le nostre preghiere e con l'offerta del nostro digiuno, alla ricostruzione del continente europeo e forse alla sua sopravvivenza''.
Salgono così ad Assisi gli esponenti delle religioni e i testimoni degli orrori della guerra in Bosnia, ''irrazionale come tutte le guerre'': a raccontare violenze e disperazione sono le delegazioni venute da Sarajevo, dall'Erzegovina, da Banja Luka e dalla Croazia. Giovanni Paolo II sottolinea: ''Alla guerra e ai conflitti vogliamo contrapporre con umiltà, ma anche con vigore, lo spettacolo della nostra concordia, del rispetto dell'identità di ognuno''.
2002
Quando il 24 gennaio 2002 i rappresentanti delle undici maggiori religioni del mondo, in rappresentanza di gran parte dell'umanità, arrivano ad Assisi per la Giornata di preghiera per la pace, nessuno ha ancora dimenticato quelle immagini dei due aerei che si abbattono sulle Torri gemelle di New York. Giovanni Paolo II lancia un appello perchè non venga strumentalizzato in modo offensivo il nome di Dio, e le religioni siano un ''fattore di solidarietà e di pace'', dopo il ''tragico attentato dell'11 settembre scorso'' e di ''fronte al rischio di nuovi conflitti''.
''La Giornata di preghiera per la pace - dice il Papa - non intende in alcun modo indulgere al sincretismo religioso. Ciò che unirà tutti i partecipanti è la certezza che la pace è dono di Dio''. ''Su tale base, uomini e donne di diverse appartenenze religiose non solo possono collaborare, ma anzi - aggiunge - devono impegnarsi sempre più per difendere e promuovere l'effettivo riconoscimento dei diritti umani, condizione indispensabile per una pace autentica e duratura''. "L'umanità ha bisogno della pace sempre, ma ancor più ne ha bisogno ora, dopo i tragici eventi che hanno scosso la sua fiducia e in presenza dei persistenti focolai di laceranti conflitti che tengono in apprensione il mondo. [...] non ci può essere pace vera se non nel rispetto della dignità delle persone e dei popoli, dei diritti e dei doveri di ciascuno e nell'equa distribuzione di benefici ed oneri tra individui e collettività. [...] Occorre umiltà e coraggio".
Nella città di San Francesco pregano e prendono la parola il sikh, il musulmano, il rabbino, il confuciano, l'ortodosso, il buddhista. Il metropolita Pitirim, vicario del Patriarca di Russia, dichiara solennemente: ''ci impegniamo a promuovere la cultura del dialogo, perchè crescano la comprensione e la fiducia reciproca tra gli individui e i popoli''.
2011
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