Sapete che è stato il "Frate del Violino" a far conoscere San Francesco al Sud America?
Partì da Lima in Perù, nella seconda metà del 1500, san Francesco Solano, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori.
Da lì iniziò un lungo viaggio per la "salvezza delle anime", percorrendo in lungo e in largo le regioni dell’America Meridionale. San Francesco si adoperò con la predicazione e la testimonianza per insegnare ai popoli indigeni e agli stessi coloni spagnoli la novità della vita cristiana.
DALL'ANDALUSIA AL PERU'
Originario dell'Andalusia, francescano all'età di 20 anni, alle austerità della regola aggiunse altre penitenze: digiuno quasi continuo e flagellazioni. Portava, infatti, il cilicio e dormiva sopra lo strame con un pezzo di legno per guanciale. Lasciò la Spagna nel 1589 e sbarcò dopo aver rischiato di morire in mare, sulle coste del Perù.
IL DONO DELLE LINGUE
In lui, scrive santiebeati.it, si rinnovò il miracolo delle lingue. Infatti apprese subito il non facile linguaggio di quel paese e nel giorno stesso di Pentecoste, popolazioni convenute da diverse parti, e di lingue diverse, intesero nel loro idioma l'accesa parola dell'ardente predicatore francescano.
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IL MIRACOLO DEL "GIOVEDI' SANTO"
Ecco alcune dei suoi "miracoli" più noti. Il giovedi santo, mentre Francesco celebrava i santi uffici, attorniato da una folla, sopraggiunse una schiera di selvaggi minacciosi. Il missionario li affrontò solo, benchè parlassero lingue diverse, predicò loro la parola della pace e della concordia e fu inteso da tutti: in 9 mila si convertirono, si battezzarono e si confusero coi fedeli.
Più tardi i suoi figli lamentano la siccità: il Santo fece scavare un pozzo e fece zampillare una sorgente di acqua fresca che anche oggi è chiamata “la fontana di San Francesco Solano".
IL VIOLINO E LA FRECCIA
Ma l'episodio più straordinario avvenne durante l'evangelizzazione dell'Argentina. San Francesco nei suoi viaggi amava portare con sé il violino, che suonava in mezzo alla natura, spesso attorniato da uccelli attirati dalla melodia.
Raccontano sul proprio portale gli Araldi del Vangelo (it.arautos.org), l'episodio della conversione dell'indigeno, proprio mentre Francesco sta suonando nella foresta: «L'improvviso sibilo di una freccia che passa rasente al violinista fa cessare la melodia. Egli raccoglie lo strumento, guarda serenamente intorno e percepisce a poca distanza, dissimulata tra i rami, la presenza di un indigeno dai grandi occhi scuri. Il tiro era stato l'avviso dell'imminente attacco dei nativi della regione, infastiditi dall'incursione di quell'estraneo nel loro territorio».
LA CONVERSIONE
La fisionomia del francescano subito si illumina, manifestando la soddisfazione propria di chi incontra qualcuno che cercava da molto tempo.
Depone il violino sopra una pietra, cammina risoluto in direzione dell'indio e lo abbraccia con grande affetto. Sconcertato di fronte a così insolito atteggiamento, questi rimane immobile. Nella sua anima, tuttavia, sente un misto di pace, gioia e desiderio di conoscere quello che gli appare come sublime e ineffabile. E si commuove.
Questo provvidenziale incontro segnava l'inizio della conversione di un'altra tribù della provincia di Tucumán, in Argentina.
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