religione

Santità francescana è andare controcorrente

Redazione Pixabay
Pubblicato il 07-09-2021

L’insegnamento dei grandi santi francescani per il mondo contemporaneo 

La santità ha un volto ben preciso ed è quello di Gesù. Le vie canoniche da percorrere per divenire santi sono tre: martirio, virtù eroiche e l’offerta della vita.  Le tre vie sono  percorribili da chiunque voglia fare la volontà del Padre. E San Francesco d’Assisi, alter Christus, lo aveva capito bene: l'unico modo per raggiungere il paradiso era quello di diventare santi in terra. Santo è chi sa commuoversi e muoversi per aiutare i miseri e sanare le miserie. Si può essere santi anche abbandonando la vita di peccato e abbracciando la grazia. Così ci ha insegnato il nostro santo di Assisi. 

Le vie del Signore sono infinite, diceva qualcuno. Così come gli esempi di santità. Specialmente nell’Ordine Francescano, la Grazia è stata e continua ad essere copiosa. Infatti, sono state tante le biografie di religiose, di religiosi, di donne e uomini che hanno contribuito in maniera considerevole a incrementare la cosiddetta “schiera” dei Santi, beati e venerabili francescani. Tutto era iniziato da quel piccolo frate chiamato Francesco. Secondo le statistiche dell’ottavo centenario della Regola francescana (1209-2009), l’Ordine francescano ha dato alla Chiesa 197 santi e 353 beati, ufficialmente canonizzati e beatificati dalla Sede Apostolica. Poi si sa per diventare beati o santi ci vuole il Miracolo. Alcuni diventano santi pur non facendo il miracolo come i martiri, altri ancora percorrono una quarta via quella della beatificazione equipollente, si tratta di una procedura mediante la quale il Papa, dopo le dovute verifiche, approva un culto esistente da tempo, senza attendere il riconoscimento di un miracolo. 

Papa Francesco ha aperto il suo pontificato con la proclamazione della prima santa francescana che già aspettava da tanti secoli gli onori degli altari: Angela da Foligno. Conosciuta per tanti secoli fino al 9 ottobre 2013, anno della sua canonizzazione, come “beata” Angela da Foligno. Terziaria francescana, conosce tardi la sua vocazione. Angela è uno spirito libero, è una ragazza che ha dentro di sé il fuoco di Dio. Conosce presto la sofferenza e rimane sola al mondo. Solo Lui non l’abbandona. Vive estasi e dialoghi con Dio tanto da risultare “pazza” e da essere allontanata da chiunque. Un’ unica certezza nella sua vita, osava dire rivolgendosi allo Sposo Celeste: “Tu sei me, io sono Te”

Gli ultimi due esempi di santità con il saio sono: il nuovo beato Mamerto Esquiù Vescovo di Córdoba e il Venerabile padre Placido Cortese. Esempi, testimonianze di vite donate al prossimo, al servizio di Dio e dei fratelli.  Certamente, guardare al beato Esquiù ci offre la possibilità di riflettere anche sul nostro presente. I suoi appelli alla pace, alla fratellanza e alla civile collaborazione contribuirono a creare il clima socio culturale per la nascita del nuovo Stato Federale Argentino. E se osserviamo proprio il mondo di oggi in cui le guerre sono all’ordine del giorno, un esempio di santità di questo genere, ci aiuta ad avere speranza in un mondo diverso, più “francescano” si potrebbe dire. Francescano come sinonimo di fratellanza, fraternità fra i popoli. Altro punto fondamentale della sua santità si è espresso nel suo ruolo politico.  In spirito di servizio e di evangelizzazione, tra il 1855 e il 1862, infatti,  accettò anche di svolgere un ruolo politico attivo, come deputato e membro del consiglio di governo di Catamarca. Un frate-politico possiamo definirlo, al servizio di Dio e degli uomini. Anche in questo caso, con lo sguardo rivolto al presente, la politica potrebbe guardare con attenzione all’importanza del ruolo dei cattolici nella “res publica”. Portare valori esemplari che possano contribuire al bene comune di tutti. E’ questo un tratto - non per niente marginale - della spiritualità francescana: il Creato è abitato dagli uomini e la custodia del Creato si realizza non solo nel salvaguardarlo, ma anche nell’abitarlo con dettami di giustizia e pace. 

Padre Placido Cortese, direttore del “Messaggero di sant’Antonio”. Un giornalista, un uomo che grazie anche alla penna diviene strumento di Dio. La sua storia sembra quasi ricordare un altro santo francescano, Massimiliano Kolbe. Anche lui, giornalista. Anche lui ucciso per mano del regime nazista.  Ma già altri semi francescani stanno germogliando nel giardino della santità. La valle è sempre più estesa. E’ il caso dei Venerabili Benedetto da Santa Coloma De Gramenet,  Josep Oriol da Barcellona e Doménec da Sant Pere de Riudebiltless tre religiosi dell’Ordine dei Frati minori Capuccini, martiri, assassinati in “odium fidei” durante la persecuzione religiosa degli anni '30 in Spagna. È la fedeltà al Vangelo di Cristo e al proprio stato di consacrati che portarono i tre Servi di Dio ad accettare di essere quel seme caduto in terra e che porta molto frutto, fecondo e duraturo e allo stesso tempo è capace di essere luce del mondo e sale della terra. Saranno proclamati beati il prossimo  6 novembre 2021.

 

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