religione

San Paolo Miki, e i martiri francescani del Giappone

Antonio Tarallo
Pubblicato il 06-02-2020

Fu ucciso insieme ad altri 25 compagni

Era passato circa mezzo secolo dall’inverno del 1551, da quando san Francesco Saverio aveva lasciato il Giappone, dopo aver convertito oltre mille abitanti in due anni di presenza cristiana nella terra nipponica. Altri religiosi seguirono presto le orme del grande gesuita spagnolo e furono liberi di predicare. Così, la comunità cattolica crebbe rapidamente: nel 1587 contava già oltre 200 mila battezzati. Ma proprio nel 1587, il daimyo Toyotomi Hideyoshi, emise il primo editto contro i cristiani. Tuttavia, la misura rimase pressoché inattuata e l’opera di apostolato continuò. Fu nel novembre del 1596 che Hideyoshi ordinò nuovamente di arrestare tutti i religiosi cristiani. Molti di loro trovarono rifugio nelle campagne, ma ben ventisei religiosi furono catturati: sei francescani d’origine spagnola o portoghese, tre gesuiti e diciassette terziari francescani giapponesi. Dopo aver subito l’umiliante taglio del lobo sinistro, i ventisei martiri furono trascinati a forza nella città di Nagasaki, con l’intento di essere esposti in pubblico e derisi. La folla che si trovò davanti questo atroce spettacolo, invece, fu stupita dal coraggio di questi giovani crocifissi su una collina vicino alla città. Sulla croce, morirono, alla stregua del Cristo crocifisso.

Fra questi religiosi vi era il gesuita Paolo Miki. Paolo, nato nei pressi di Kyōto da una nobile famiglia giapponese, fu battezzato a 5 anni. A ventidue, entrò nei gesuiti come novizio, ma non poté essere ordinato sacerdote a causa dell'assenza di un vescovo in Giappone. Divenne, un esperto delle questioni religiose orientali, tanto da essere destinato alla predicazione. Ma oltre a lui, e ai suoi tre compagni gesuiti, è doveroso ricordare i martiri francescani caduti quel 5 febbraio del 1597. Di seguito, l’elenco completo.

Santi dell'ordine dei Frati Minori:
San Francesco Branco, San Francesco di San Michele, San Gonsalvo Garcia, San Martino dell'Ascensione, San Pietro Battista Blásquez, San Filippo di Gesù.
E poi ci sono i santi dell’ordine terziario francescano: Sant'Antonio Daynan (morto all'età di 13 anni); San Bonaventura di Miyako; San Cosma Takeya; San Francesco di Nagasaki; San Gabriele de Duisco; San Gaio Francesco; Sant'Isabella Fernandez; Sant'Ignazio Jorjes; San Gioacchino Saccachibara; San Giovanni Kisaka; San Leone Karasumaru; San Luigi Ibaraki (morto all'età di 12 anni); San Mattia di Miyako; San Michele Kozaki; San Paolo Ibaraki; San Paolo Suzuki; San Pietro Sukejiroo; San Tommaso Kozaki e San Tommaso Xico.

Antonio Deynan era nato a Nagasaki nel 1583. Terziario francescano, ministrante. Aveva solo tredici anni quando fu ucciso assieme agli altri compagni. Fu beatificato il 14 settembre 1627 da Papa Urbano VIII e canonizzato l'8 giugno 1862 da Papa Pio IX. Pietro Battista nacque, invece, in Spagna nel 1542. Entrato nell'Ordine francescano ed ordinato sacerdote, venne inviato a predicare il Vangelo nell'Estremo Oriente e per molti anni lavorò nelle isole Filippine. Anche lui, fa parte della schiera dei martiri francescani, uccisi assieme a Paolo Miki. Pedro Bautista Blásquez, entrò nei Frati Minori Scalzi, e fu missionario in Messico e nelle Filippine, ove fondò la Basilica di San Giovanni Battista a Quiapo, distretto di Manila. Nel 1593 il re di Spagna Filippo II lo inviò come suo ambasciatore in Giappone, presso il daimyō Toyotomi Hideyoshi. Inizialmente Blásquez venne accolto benevolmente e gli venne consentito di fondare tre conventi e due ospedali in Giappone, ma poi Hideyoshi iniziò a sospettare che i missionari stessero preparando il terreno per una futura invasione da parte degli europei. E fu per questi motivi che venne arrestato, per poi morire assieme agli altri martiri francescani. Filippo di Gesù, entrò - giovanissimo - nell'Ordine dei Frati minori come novizio, ma poi lo abbandonò. Il padre lo mandò a Manila, nelle Filippine affinché si dedicasse al commercio. Lì si trovò a vivere una vita mondana che lo abbagliò, ma in breve tempo riprese in considerazione la sua vocazione religiosa. Rientrò dalla cittadina filippina con alcuni frati francescani, ma una tormenta dirottò la nave verso il Giappone. Fu l’inizio della sua missione in terra nipponica. E fu, poi, proprio in questa terra che trovò il martirio.

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