San Giovanni della Croce e Karol Wojtyla
Una vocazione che passa per la poesia del Santo
Un prima e dopo San Giovanni della Croce, in Karol Wojtyla. Da ciò bisogna partire per comprendere una vocazione che - nata estemporanea e graduale, al contempo - ha segnato il cammino umano, spirituale del giovane Wojtyla. Tutti conosciamo la sua storia giovanile: la morte della madre Emilia, la sua attività teatrale con il gruppo di giovani universitari polacchi, il suo impegno di letterato contro il regime nazista (la sua guerra delle lettere per conservare la lingua polacca). Ma la vocazione sacerdotale, il cammino spirituale inizia con San Giovanni della Croce: è importante ricordarlo per comprendere appieno la spiritualità - semplice e profonda - del futuro pontefice romano.
L’amore per la Poesia, l’amore per San Giovanni della Croce, arriva prima di tutto questo percorso. E lo troviamo ben espresso nelle sue prime poesie. Ne è una testimonianza assai valida la poesia “Rive colme di silenzio” (del 1946) in cui l’autore ci dice: “Lontane rive di silenzio cominciano appena al di là della soglia./ Non le sorvolerei come un uccello./ Devi fermarti a guardare sempre più in profondità/ finché non riuscirai a distogliere l’anima dal fondo”. Che la soglia di cui parla Wojtyla sia quella del Monastero dei Carmelitani a Wadowice è abbastanza plausibile visto la sua intenzione originale di entrarne a far parte, ed è questo a cui la critica fa maggiormente riferimento. Poi la storia fu diversa: Wojtyla doveva essere a contatto con il mondo, come sacerdote, non come religioso. Penetrare la società per comprenderla, capirla e guardarla con l’ottica della fede. Cercare di dare la chiave di lettura cristiana alla società. Il sacerdote Wojtyla, questo fece. E più avanti lo farà come romano pontefice.
Mattina del primo novembre 1946. Karol Wojtyla veniva ordinato sacerdote nella cattedrale di S. Venceslao e di S. Stanislao. E’ la chiesa di Wawel, nella Cracovia di metà novecento. Due settimane dopo don Karol deve discutere la sua tesi di laurea in teologia. Deve compiere questo importante passo del suo corso di studi presso la Pontificia Università romana dell’Angelicum. Tema della tesi: “La dottrina della fede in S. Giovanni della Croce”, nell'originale latino “Doctrina de fide apud S. Joanem a Cruce”. Relatore era stato un noto teologo domenicano francese, Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964).
Ma quella salita al monte, quella salita verso il monastero carmelitano di Wadowice rimarrà sempre impresso nel cuore di Karol. E non sarà un caso che alla “Salita del Monte Carmelo” di San Giovanni della Croce, Wojtyla dedicherà il maggior spazio nella "parte analitica" della sua tesi. In sintesi, con un po’ di ironia (mi sia concesso il sorriso): un mancato carmelitano - sì, questo è vero - ma un pontefice immenso acquisito da parte della Chiesa.
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