religione

Quinta domenica di Quaresima: Alla ricerca dell'amore per ritrovare i fondamenti della vita

Antonio Tarallo ANSA - ANGELO CARCONI
Pubblicato il 18-03-2018

L’Uomo ha perso una capacità, quella più importante: quella di amare

La speranza è nell’Amore. Unica, vera e concreta, non utopica via per il cambiamento, per la rinascita, per la resurrezione. Di analisi spirituali, antropologiche, politiche se ne potrebbero scrivere tante. Ben argomentate, anche. Ma, alla fine, proprio alla fine… solo una parola, conta davvero: Amore. Il Mondo di Oggi che si autocrocifigge, e facendo così crocifigge l’Umanità tutta, quando invece potrebbe – in semplicità – ritornare alle vere cose fondamentali della Vita. E in poco tempo.

L’Uomo ha perso una capacità, quella più importante: quella di amare. Se solo si ritornasse a questa, se solo si potesse ritornare alla semplicità, forse, tutto questo losco marchingegno potrebbe essere spezzato. Basterebbe rompere un ingranaggio. Niente di più. E il resto verrebbe da solo. C’è Vita nella Speranza. C’è Amore, se si vuole.

“E Lui, tutto mosso,/ fermo rimane tuttavia/ nel sogno/ di reale/ Utopia/ del Vero,/ concreto,/ lieto e giocondo,/ dell’andare oltre sé stesso:/un Amore così manifesto dovrà/ pur esistere!/Vincere!”. Sì, è possibile. E’ possibile, reale, il sogno di vedere dopo il sepolcro del Bene che stiamo vivendo, la vittoria – finalmente – della Bontà, dell’Amore. Così come il poter risorgere, vivi. Non più morti come si trovano – purtroppo – la maggior parte delle persone nell’epoca contemporanea. Ma di che morte parliamo? La morte, ancor più triste di quella del corpo, quella dello spirito, dell’Amore, della Bontà, o – verrebbe in mente il “Simposio” platonico – della “gentilezza”.

Forse, bisognerebbe “sorridere” di più, sarebbe una grande rivoluzione in Tempi come questi! Quel sorriso di stupore così tanto caro ai bambini. Sì, il futuro è loro. O comunque nel cercare di ritornare a quello stato di “purezza” che il bambino ha intrinseco, quella “purezza” del cuore. Il limpido e libero fare del bambino che dona senza un perché. Dona e basta. Come nell’Amore.

Il futuro, la speranza di una Vita rinnovata, è nelle piccole, così inermi, mani dei bambini. L’unico loro gesto è quello dello stringere un’altra mano. Quella del vicino, per giocare, vivere e amare.

Cap. X

Pazzia della Croce.

Amore perforato.

L’Umanità

in agonia,

tutto, tutto così atroce?

Cos’è una burla questa cosa?

Un perfido gioco?

No, no. E’ questo ormai il luogo

dove per una ingiusta condanna hanno voluto

che morisse

il fuoco.

Eppure, ancora,

ancora trova

la Speranza

la sua stanza,

tra costato

e consueta usanza

della Bontà.

(…)

Ogni minuto

si rassomiglia,

simile all’altro

appena trascorso,

e il morso pure lo piglia,

il morso alla gola,

alla testa,

alle tempia,

(…)

Cap. XI

E dal sorriso

il pianto,

e ancora sorriso.

Annaffia il loro viso,

quello del Cristo

e quello del Bambino.

Si sono incontrati, ormai.

Il fuoco

arde.

Lampo.

Lampo di Resurrezione!

(Da “Poema della Croce” di A. Tarallo, Edizioni Ares, 2017)


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