religione

Quaresima, motivi, opere e simboli del cammino verso la Pasqua

Padre Enzo Fortunato
Pubblicato il 17-02-2021

Fedeli chiamati ad aprire il cuore alla carità e a vivere il digiuno come occasione di bene

Con questo Mercoledì delle Ceneri inizia un importante cammino verso la Pasqua, un percorso di 40 giorni che ricorda il viaggio lungo 40 anni degli ebrei nel deserto verso la Terra Promessa e i 40 giorni di Gesù nel deserto prima della sua missione. Ma anche l’esperienza di solitudine che Francesco d’Assisi vive in questo tempo così denso e forte. Vorrei cogliere tre sfaccettature: motivi, opere e simboli.

Un digiuno da leggere positivamente

La liturgia di oggi ci invita a focalizzare le motivazioni del nostro agire: per apparire, per paura e per una ricompensa. Oppure agiamo perché crediamo in quello che facciamo e viviamo? Una seconda sfaccettatura è data dalle opere che siamo chiamati a mettere in atto con maggior forza ed entusiasmo. Gesù nel Vangelo ne sottolinea e ne evidenzia tre che contraddistingueranno il cammino quaresimale: la carità, la preghiera e il digiuno. È interessante come la carità sia la prima azione richiamata dall’evangelista Marco. Carità è un cuore attento e aperto agli altri. La sua forza è la preghiera. Infine, il digiuno, letto sempre negativamente: non mangiare, non fare. E invece c’è una bellissima espressione, di uno dei padri della chiesa, san Giovanni Crisostomo: «Oltre a digiunare con la bocca, devi digiunare dal dire qualsiasi cosa che possa fare male all’altro, perché a cosa ti serve non mangiare carne se divori tuo fratello?», ad indicare lo stile di chi è chiamato a disinquinare l’aria che gli altri respirano, con parole buone, belle e gentili. In ultima analisi, con parole vere. È probabile che sentiremo inviti a non usare i social, cellulari e a digiunare dalla tv. E invece, la strada potrebbe essere quella di usare bene i social. Invece di seminare odio, coltiviamo il bene. Invece di cercare immondizia, bellezza. Invece di postare cattiverie, gentilezza.

Dalla testa ai piedi degli altri

Infine, i simboli. La cenere, posta sul capo, e l’acqua della purificazione, fino alla lavanda dei piedi. Don Tonino Bello formulò un’espressione sui simboli del cammino quaresimale, che parte dalla testa per arrivare ai piedi, ai piedi dell’altro. Ecco perché vorrei concludere con un suo pensiero: «Tra questi due riti, si snoda la strada della Quaresima. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal Mercoledì delle Ceneri al Giovedì Santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. (…) È difficile sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: “Convertiti e credi al Vangelo”».

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