religione

Papa annuncia 13 nuovi cardinali e nuovo Concistoro

Gian Guido Vecchi Ansa - GIUSEPPE LAMI
Pubblicato il 30-11--0001

Tra loro un prete torturato in Albania

Tredici nuovi cardinali «elettori» da undici nazioni diverse dei cinque continenti, più quattro non elettori. All’Angelus Francesco ha annunciato un nuovo concistoro che si terrà il 19 novembre, alla vigilia della fine del Giubileo della Misericordia. «La loro provenienza da 11 nazioni esprime l’universalità della Chiesa che annuncia e testimonia la Buona Novella della Misericordia di Dio in ogni angolo della terra». Il Papa venuto «quasi dalla fine del mondo» conferma la sua attenzione per le periferie e le zone di sofferenza del pianeta. Esemplare, ad esempio, la scelta di dare la porpora al nunzio in Siria, Mario Zenari, o all’arcivescovo Dieudonné Nzapalainga di Bangui, nel Centrafrica dove Francesco alla fine di novembre dell’anno scorso Francesco aprì la prima terra santa. Spicca inoltre la scelta di dare la porpora tra i non elettori a un semplice sacerdote, Ernest Simoni, in galera per trent'anni durante il regime comunista albanese e costretto ai lavori forzati anche nelle fogne di Scutari.



Statistiche

Nel 1975 Paolo VI stabilì un limite di 120 cardinali «elettori» - quelli che votano al conclave - cui i successori si sono in sostanza attenuti. Con i nuovi cardinali gli elettori del Collegio attuale diventano 121. Ai tredici elettori si aggiungono altri 4 cardinali «non elettori», che hanno cioè più di ottanta anni. I diciassette porporati provengono da Europa (5), America Settentrionale (4), America Meridionale (2), Africa (3), Asia (2) e Oceania (1). Di sette nazioni che non avevano porporati, quattro avranno cardinali elettori (Repubblica Centrafricana, Bangladesh, Isole Mauritius e Papua Nuova Guinea) e tre non elettori (Malaysia, Lesotho e Albania).



L’elenco

I tredici cardinali elettori sono: Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria (Italia); Dieudonné Nzapalainga, arcivescovo di Bangui (Repubblica Centrafricana); Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid (Spagna); Sérgio da Rocha, Arcivescovo di Brasilia (Brasile); Blase J. Cupich, Arcivescovo di Chicago (Usa); Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka (Bangladesh); Baltazar Enrique Porras Cardozo, arcivescovo di Mérida (Venezuela); Jozef De Kesel, arcivescovo di Malines-Bruxelles (Belgio); Maurice Piat, Arcivescovo di Port-Louis (Isola Maurizio); Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita (Usa); Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla (Messico); John Ribat, arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea); e Joseph William Tobin, arcivescovo di Indianapolis (Usa). I quattro non elettori sono: Anthony Soter Fernandez, arcivescovo amerito di Kuala Lumpur (Malaysia); Renato Corti, arcivescovo emerito di Novara (Italia); Sebastian Koto Khoarai, vescovo emerito di Mohale’s Hoek (Lesotho); e Ernest Simoni, sacerdote  dell’arcidiocesi di Shkodrë-Pult (Scutari – Albania).



I criteri

A spiegare i criteri di scelta era stato lo stesso Francesco, parlando ai giornalisti domenica scorsa sul volo di ritorno dall’Azerbaigian: «Saranno gli stessi dei due altri concistori. Sceglierò i cardinali un po’ dappertutto, perché la Chiesa è in tutto il mondo. La lista è lunga, ma ci sono soltanto tredici posti. E si deve pensare di fare un equilibrio. A me piace che si veda, nel Collegio cardinalizio, l’universalità della Chiesa: non soltanto il centro “europeo”; ma i cinque continenti, se si può». (Corriere.it)

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