Norcia, accesa la fiaccola benedettina Pro pace et Europa una
La cerimonia nella cripta della Basilica, sgomberata dalle macerie del terremoto del 2016
A Norcia è stata accesa la Fiaccola benedettina “Pro pace et Europa una”. Una cerimonia semplice e dal clima familiare, in forma ridotta a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del coronavirus e trasmessa sui canali social del Comune umbro, ma non per questo priva di significato. La Fiaccola, infatti, è stata accesa dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei nella cripta della Basilica di San Benedetto sgomberata dalle macerie del terremoto del 2016.
Un bel segno di speranza per un territorio profondamente ferito dal sisma di quasi cinque anni fa, le cui conseguenze sono ancora pesanti per la popolazione. C’erano i rappresentanti civili e religiosi delle comunità della Terra Sancti Benedecti, ossia Norcia, Subiaco e Cassino. Da quest’anno la torcia che contiene la Fiaccola è nuova ed è la stessa per tutte e tre le realtà. Realizzata in bronzo laccato oro e argento dall’artista frusinate Franco Gabriele, vi è raffigurato san Benedetto, ci sono i loghi dei Comuni e sul pomello vi è la scritta “Pro pace et Europa una”.
Tradizionalmente, una volta accesa, viene portata in una capitale dell’Unione Europea, della quale Benedetto è principale patrono, come luce di speranza, unità e rinascita del continente. Quest’anno chiaramente non è possibile. «Abbiamo allora pensato che la Fiaccola – afferma il sindaco di Norcia Nicola Alemanno – possa illuminare la migliore strada possibile che tuteli la salute di tutti noi e riuscire a salvare il nostro tessuto sociale ed economico».
Per questo il 17 marzo sarà all’ospedale “Spallanzani” di Roma dove nel febbraio 2020 è stato isolato per la prima volta in Italia il virus Sars-CoV-2 e il giorno seguente, il 18 marzo, farà tappa all’ospedale “Giovanni XXIII” di Bergamo di fronte all’ormai celebre murales dell’infermiera che tiene in braccio l’Italia. Il 20 marzo, poi, ritornerà a Norcia. Il messaggio di san Benedetto dunque si farà prossimo agli operatori sanitari, ai ricercatori e a tutti coloro che sono in prima linea per debellare il coronavirus.
Anche papa Francesco ha manifestato la sua vicinanza all’iniziativa tramite una lettera a firma del Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin: «Esprimo vivo compiacimento per la provvida iniziativa, auspicando che il significativo gesto incoraggi tutti a camminare sui sentieri di santità tracciati da san Benedetto».
«In questo panorama tenebroso – dice l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo – sentiamo di aver bisogno più che mai di un raggio di luce e lo cerchiamo, mendicanti, presso la memoria viva del grande santo di Norcia, patriarca del monachesimo occidentale, patrono del continente europeo. La precarietà e l’impotenza che tutti sperimentiamo di fronte a questo nemico subdolo e invasivo e particolarmente dannoso come il coronavirus, con la conseguente doverosa assunzione di modalità di comportamento per contrastarne la diffusione, ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi. Questa forzata dispersione che da tempo oramai viviamo non dice di una lontananza degli uni dagli altri, che anzi ci ritroviamo idealmente più vicini e più uniti che mai, coscienti come siamo che la condivisione della stessa umanità e la professione dell’unica fede intessono, costituiscono e continuamente rinsaldano legami indissolubili, che resistono all’usura del tempo e alle minacce della natura».
L’abate di Montecassino don Donato Ogliari, presente alla cerimonia, ha detto che «il messaggio di san Benedetto, che è stato capace di ricostruire nel suo piccolo un ambiente che era stato devastato da guerre, pandemie e carestie di ogni genere, si impone anche oggi. Assieme alla pace Benedetto porta con sé un desiderio di solidarietà, di comunione, di giustizia dove tutti si sentono più vicini gli uni agli altri. E questo è fondamentale oggi per far fronte alla pandemia. San Benedetto, che riunì attorno a se le energie più belle per edificare una comunità basata sull’amore, sia da ispirazione per la ricostruzione morale, sociale ed economica dell’Europa, e del mondo, alle prese con questo virus che ferisce le nostre vite». (Avvenire)
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