Mistico appassionato o amico del lupo. San Francesco non lascia indifferenti
Un testo dedicato a chi costruisce bellezza. Così Elisabetta Ghezzi definisce il suo libro «Oltre l’immagine...», scritto con Jessica Paparella e dedicato alle immagini di San Francesco d’Assisi nei dipinti della Pinacoteca dei cappuccini a Voltaggio. Insegnante universitaria, già autrice di altri testi sulla collezione di dipinti a tematica sacra custodita nel convento dei cappuccini dell’alta Val Lemme, ha studiato i trentasei quadri dedicati all’iconografia di San Francesco e riferiti a otto filoni tematici. Si parte dalle stigmate per proseguire con il santo consolato - a seconda dell’occasione - da un angelo, poi da due, in un’altra immagine è più precisamente l’angelo musicante. E poi ancora San Francesco in preghiera o in estasi, quindi penitente, insieme a Gesù Bambino e per concludere il Viatico di San Francesco.
«Il tema – spiega la professoressa – riguarda la storia dell’arte e quella delle fonti religiose. Ogni tema presente nei dipinti della pinacoteca dedicati nel libro al poverello d’Assisi viene analizzato anche attraverso la produzione delle incisioni, fondamentali nella diffusione del culto delle immagini». L’opera, edita dalla casa editrice Sagep, racconta innanzitutto come e quando è stato costruito il convento. Un edificio non a caso presente su quella che per secoli è stata la strada più importante per collegare Genova e la Liguria alla Pianura Padana, la Bocchetta. Oltre l’immagine...» mette in particolare evidenza le vicende che hanno portato alla creazione della collezione, opera di padre Pietro Repetto, frate cappuccino definito «il mistico mecenate», che a fine Ottocento raccolse molti dipinti dalle chiese liguri abbandonate per portarli poi a Voltaggio.
«Non sappiamo – spiega Elisabetta Ghezzi – quali opere fossero già presenti nel convento. Sappiamo che la raccolta è stata realizzata per gli usi privati dei cappucini, per esempio per la preghiera e la meditazione. Sono presenti temi francescani come Gesù, la Madonna e le vite dei santi, ma sempre in chiave dolorosa. L’iconografia di San Francesco nei secoli è cambiata: nel Medioevo e nel Rinascimento veniva rappresentato in ambienti naturali, come nel caso del lupo e degli uccelli, mentre nel periodo della Controriforma appare come un mistico, che vuole portare a un coinvolgimento emotivo e avere una funzione didattica sia per gli illetterati sia per chi aveva studiato. La sua immagine non doveva lasciare indifferenti».
Dal Cinquecento in poi, in sostanza, l’immagine del santo patrono d’Italia non ha più una funzione narrativa ma meditativa per rispondere a quelle che vengono definite esigenze devozionali. Il libro, oltre alla parte cartacea, si completa con l’approfondimento on line, dedicato a una serie di opere pittoriche citate all’interno del volume. L’opera è promossa dall’associazione L’Arcangelo, in collaborazione con i Beni Culturali Cappuccini di Genova. Un contributo alla pubblicazione è arrivato dalla Fondazione Cra, dal Comune di Voltaggio e dalla Viscol Spa. (La Stampa)
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