L’ARTE DEL PRESEPE NAPOLETANO IN MOSTRA AL SACRO CONVENTO DI ASSISI
In occasione del gemellaggio di pace con la Regione Campania, la Basilica di San Francesco d’Assisi ospiterà per la prima volta una mostra Presepiale dall’alto valore simbolico e religioso unendo una delle arti campane più importanti al mondo al luogo in cui l’idea stessa di presepe ha avuto origine. Quattordici scene del tradizionale Presepe napoletano, donate dai maestri dell’Associazione Presepistica Napoletana e dell’Associazione Italiana Amici del Presepio di Napoli, saranno in mostra nel chiostro Sisto IV del Sacro Convento di Assisi fino all’8 gennaio.
La mostra, curata dall’architetto Marco Capasso, sarà visitabile gratuitamente negli orari di apertura al pubblico della Basilica di San Francesco d’Assisi.
LA STORIA DEL PRESEPE
È di San Francesco l’idea di rievocare la nascita di Cristo. Un’idea che gli venne durante il viaggio in Palestina dove rimase impressionato da quella visita. Al ritorno Francesco chiese al Papa di poterla rappresentare la natività. Il Santo di Assisi aveva una speciale predilezione per il Natale e per Greccio perché gli ricordava emotivamente Betlemme.
Tormentato dal vivo desiderio di dover celebrare quell’anno, nel miglior modo possibile, la nascita del Redentore, chiamò a sé Giovanni Velita, un uomo della contrada di Greccio, e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello».
Così nel dicembre del 1223 venne messa in scena, per la prima volta nella storia, la nascita di Gesù bambino in una grotta, con il bue e l'asinello. I due animali sono un’aggiunta dei Vangeli apocrifi, ma Francesco ritenne indispensabile la loro presenza per la sua messa in scena.
È «la festa delle feste», il Natale, «il giorno della letizia, il giorno dell’esultanza», come scriveva Tommaso da Celano.
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