La storia dell’epidemia a Palermo del 1624 fermata da Santa Rosalia
La vita della santa, la scelta di una vita eremitica e il miracolo
E’ l’emblema di Palermo, è la stessa Palermo: è Santa Rosalia nata nella città siciliana tra il 1130 ed il 1170, durante il Regno di Sicilia di Guglielmo I il Malo e, secondo la tradizione, fu damigella della moglie del re, la regina Margherita. E’ un periodo profondamente articolato quello in cui vive Santa Rosalia: di intensa spiritualità cristiana caratterizzato, dopo l’interruzione della dominazione araba, dal risveglio del monachesimo bizantino e occidentale accolto con entusiasmo dai re normanni. Dal punto di vista storico, non si ha nessuna notizia certa sulla famiglia della Santa.Tradizione vuole che fosse figlia di nobili, discendenti addirittura da Carlo Magno. Padre Costantino Caetani - narra in un racconto riisalente al 1619 - di come Rosalia fosse stata damigella d’onore della regina Margherita, figlia del re di Navarra, moglie di Guglielmo I il Malo (1120/1166).
Intorno ai quindici anni, il padre, per obbedienza al sovrano, le chiede di sposare il conte Baldovino per ricompensarlo di aver salvato la vita al re. Ne ottiene un rifiuto e la manifestazione del desiderio di lei di darsi alla vita religiosa: la vita di Santa Rosalia è dedita al Signore, non può sposare nessun uomo. Abbandona così la casa paterna, ed entra a far parte dell’ordine delle monache basiliane: sceglie la vita eremitica e vive, per circa 12 anni, presso una piccola cavità carsica che si trova ora incorporata nell’eremo a lei dedicato nel bosco della Quisquina, oltre Bivona, a mezza costa di un dirupo di circa 900 mt che domina la necropoli di Realtavilla, una località in provincia di Agrigento. In questa piccola grotta, infatti, si trova una scritta: “EGO ROSALIA SINIBALDI QUISQUINE ET ROSARUM DOMINI FILIA AMORE D/NI MEI JESU CRISTI IN HOC ANTRO HABITARI DECREVI” ("Io Rosalia di Sinibaldo, figlia del Signore della Quisquina e del Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di abitare in questa grotta").
E, nella parte bassa della scritta, a sinistra, compare anche la cifra “12” che dovrebbe indicare gli anni in cui Rosalia visse in quel luogo. Abbandonata la grotta della Quisquina, Rosalia torna a Palermo e si sofferma per breve tempo nella casa paterna.
Successivamente si rifugia presso una grotta, ricca d’acqua, accanto ad un antico altare, prima pagano e poi dedicato alla Madonna, sul Montepellegrino da tempo immemore ritenuto un monte sacro.Fu proprio su questo monte che Rosalia visse in eremitaggio per circa otto anni, fino alla morte. Molto probabilmente Rosalia nell’ultimo periodo della sua vita si fece murare all’interno della grotta, dove poi morì il 4 di settembre.
Solo dopo ben 450 anni dalla sua morte, furono ritrovate le sue ossa. Era il 7 maggio 1624. Narra la leggenda che a Palermo fosse arrivato un vascello i cui occupanti erano portatori del virus della peste e l’epidemia si era presto diffusa in città, causando migliaia di morti.
Girolama La Gattuta sale sul Montepellegrino il 26 Maggio 1624, giorno di Pentecoste, per adempiere ad un voto. Beve dell’acqua che gocciolava dalla roccia e, guarita, gli si presenta davanti una visione straordinaria: compaiono la Vergine Maria e di Santa Rosalia. Le viene indicato un punto preciso in fondo alla grotta dove si sarebbe trovato “un tesoro”, “una Santa” e, insistendo per alcuni giorni con alcuni parenti e frati del convento vicino, ottiene di iniziare gli scavi. Era proprio come era stato predetto nella visione: il 15 luglio 1624 vengono ritrovate le ossa della santa sotto una grande lastra di marmo. La voce si sparge subito nella città siciliana e così salgono sul monte molte persone che, pregando, ottengono molte guarigioni miracolose.
A poco più di un anno dal ritrovamento delle ossa, si ha l’estinzione completa dell’epidemia grazie alla miracolosa intercessione di S. Rosalia e viene ripresa la pubblica circolazione di “persone, animali e mercanzie”. Era il 3 settembre 1625.
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