religione

La riscoperta della missione del beato Tommaso da Tolentino

Redazione
Pubblicato il 05-11-2021

A 700 anni dalla morte

Siamo riusciti a riunire al Vaccaj di Tolentino, una rappresentanza dell’ordine francescano: Minori, Conventuali, Cappuccini’: queste parole del presidente del Comitato per le Celebrazioni in memoria del Beato Tommaso da Tolentino, Franco Casadidio, hanno chiuso il convegno ‘Tommaso da Tolentino e i Francescani nelle Marche, dai primi insediamenti alle missioni in Oriente’, ospitato al teatro della città in provincia di Macerata. 

Il convegno è stata un’occasione di confronto che ha visto riuniti esperti relatori provenienti dal Nord e Sud d’Italia, uniti dagli studi per il francescanesimo: Tommaso fu un frate minore; un missionario che, in nome della povertà francescana e dell’applicazione rigorosa della regola, fu trucidato in India da infedele il 9 aprile del 1321. A portare il saluto p. Ferdinando Campana, presidente de ‘La Terra dei Fioretti’, editrice del libro ‘Tommaso da Tolentino, storia di un francescano’, scritto da Paolo Cicconofri e Carlo Vurachi con la collaborazione di Franco Casadidio. 

Roberto Lambertini, docente all’Università di Macerata ha ricordato come dalle Marche siano partite molte figure importanti che hanno diffuso il francescanesimo e di come Tommaso sia figura emergente di un movimento più vasto. Il prof. Alfonso Marini, docente all’Università La Sapienza di Roma, ha ricordato il contesto storicamente importante in cui visse Tommaso, sottolineando come il frate spirituale sia venerato non solo a Tolentino, mentre frà Luciano Bertazzo, direttore del Centro Studi Antoniani di Padova, ha sottolineato in quale modo le relazioni dei viaggi compiute dai francescani, hanno consentito di scoprire e conoscere l’Oriente.

Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento e membro della Congregazione delle Cause dei Santi, ha ricordato che i francescani furono i primi ad entrare in Cina, trent’anni prima di Marco Polo e che portarono i loro principi di evangelizzazione dell’Oriente, traducendo il messaggio con le opere della loro vita.

A lui abbiamo chiesto di spiegarci  il motivo per cui i francescani scelsero la Cina come missione: “Per il motivo che nelle due regole di san Francesco un capitolo è dedicato a coloro che volevano andare come missionari nelle terre dei ‘non cristiani’. L’indole missionaria è nell’indole dell’ordine francescano. Poi ci fu un motivo storico: dall’Oriente premevano i mongoli ed altri popoli, da cui iniziò un processo di conoscenza reciproca. I missionari ed i mercanti al seguito (come Marco Polo) iniziarono ad andare da Occidente ad Oriente”.

Perché Tommaso da Tolentino scelse di andare in Cina?

“Alla scelta del beato Tommaso erano legate anche altre questioni legate alla comprensione dell’applicazione dell’osservanza della Regola di san Francesco. Quindi fu un motivo pratico quello di prendere il ‘gruppo’ di frati, che erano stati in prigione e che furono liberati per inviarli in missione”.

Si può scorgere qualche influenza del martirio dei protomartiri francescani in Africa?

“E’ difficile dirlo, in quanto i protomartiri furono uccisi nel 1220 e la vicenda è situata in tutt’altra zona, che riguarda l’India. Certamente in comune c’è il martirio e la spiritualità francescana del martirio è presente in loro”.

Come è stato descritto da fra Angelo Clareno il beato Tommaso?

“E’ stato descritto come un uomo molto fermo nell’interpretare l’osservanza della Regola francescana in tutto il suo rigore”.

Concludendo il convegno p. Simone Giampieri, provinciale dei frati minori ‘San Giacomo della Marca’ ha tracciato la spiritualità del beato Tommaso: “Era un frate minore che faceva parte degli spirituali, che era la ‘corrente’ più vicina alla Regola di san Francesco. Ed ha ‘pagato’ questa osservanza alla regola, seguendo fra Angelo Clareno. Fu anche imprigionato a motivo di tale scelta in un contesto storico particolare dei primi tempi dell’Ordine. La caratteristica stupenda della spiritualità del beato Tommaso si espresse nella missionarietà in Armenia con la proiezione di andare in Cina. Ma, arrivando in India, a Thane, morì perché fu accusato insieme ad altri frati ed ad un domenicano ed uccisi. La loro morte è diventata una grande testimonianza di martirio e di santità”.

Perché scelse di diventare spirituale?

“La parola ‘spirituale’ ha un significato diverso da quello che intendiamo noi. ‘Spirituale’ era una corrente presente nei frati minori, che viveva più intensamente la regola francescana dopo la morte di san Francesco”.

Quale insegnamento del beato Tommaso può valere oggi?

“Gli insegnamenti del beato Tommaso sono la fedeltà, la mitezza, la costanza e la coerenza nella scelta della vocazione. Fino al martirio, che si manifesta nel dono della vita”. 

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