religione

La fede al tempo del Covid nel Santuario della Madonna di Pompei

Mario Scelzo Ansa - CESARE ABBATE
Pubblicato il 14-05-2020

L’emergenza Covid-19 ha sconvolto tutti i nostri piani, terreni e spirituali

Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari, sono frequenti (e speriamo tornino presto possibili) i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Tracce del legame tra devozione mariana e mese di maggio si trovano sparse in tutto il Medioevo, le ritroviamo a Roma poi nel XVI secolo a Roma con San Filippo Neri e successivamente nella “comunella” di Fiesole.

L’indicazione ufficiale di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio "Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei…” Il Pontificio Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei è uno dei santuari mariani più famosi e visitati d’Italia, ed appunto nel mese di maggio il Santuario era meta continua di pellegrinaggi.

Quest’anno, come ben sappiamo, l’emergenza Covid-19 ha sconvolto tutti i nostri piani, da quelli più terreni a quelli spirituali, ed anche il santuario fondato da Bartolo Longo ne ha subito il contraccolpo. Nonostante ciò, maggio è stato e continua ad essere un mese speciale per tutto il mondo che gira attorno al Santuario ed alle sue opere. La tradizionale supplica dell’8 maggio (data che ricorda la fondazione del santuario) quest’anno è stata animata da una piacevole novità. Viste le circostanze particolari, come segno di vicinanza di tutta la Conferenza Episcopale campana, il card.

Crescenzio Sepe ha presediuto il rito insieme al suo confratello, l’arcivescovo di Pompei Tommaso Caputo. Altra interessante innovazione, segno di un fruttuoso legame tra fede e nuove tecnologie: da lunedì 11 maggio il “Buongiorno a Maria”, la preghiera con cui, nei mesi di maggio e ottobre, i devoti presenti in tutto il mondo della Madonna del Rosario affidano il nuovo giorno alla Madre celeste, sarà trasmessa in diretta televisiva (alle ore 6.30 del mattino) anche da Tv2000.

Pompei però è anche il cuore di una regione molto colpita dalle ricadute economiche e sociali dell’emergenza Covid-19. Da questo punto di vista le Opere di carità del Santuario di Pompei, fondate dal Beato Bartolo Longo tra fine Ottocento e primo Novecento, sono una sorta di indicatori dell'emergenza. Mantengono un contatto quotidiano e diretto con le persone e riescono, prima di altri, a comprendere i segnali dell'acuirsi della situazione.

La solidarietà non si è mai fermata e le Opere, pur adottando tutte le necessarie misure di sicurezza, hanno continuato nello stare vicino a chi è in difficoltà: poveri privi anche del necessario, senza fissa dimora, donne sole con i loro piccoli o vittime di violenza, bambini e adolescenti orfani, abbandonati, figli di detenuti, costretti a vivere in una situazione di disagio familiare. È stata sconvolta la vita dei giovani che frequentavano il Centro semiresidenziale oratoriale “Bartolo Longo”, affidato alle cure dei Fratelli delle Scuole Cristiane e diretto da Fratel Filippo Rizzo. Pur non potendo frequentare le attività della struttura, i ragazzi sono stati seguiti attraverso telefonate, messaggi, con ogni mezzo possibile.

I religiosi e gli educatori hanno cercato di mantenersi in contatto non solo con i giovani, ma anche con le loro famiglie e, grazie all'aiuto di alcuni benefattori, hanno provveduto alla distribuzione di alcuni pacchi alimentari necessari ad affrontare questi giorni. La difficoltà di molti è stata ed è soprattutto economica. Il Centro “Beata Vergine”, affidato alle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, ha dovuto, purtroppo, sospendere le attività in sede. Anche in questo caso i ragazzi continuano ad essere seguiti.

Il Centro di Aiuto alla Vita, inoltre, ha proseguito l’opera di supporto psicologico telefonico e la “Casa Emanuel”, intanto, ha continuato nella cura e nel sostegno alle gestanti, alle madri e ai bambini accolti. Nelle cinque case famiglia del Centro per il bambino e la famiglia "Giovanni Paolo II", anche in questo periodo di quarantena, si è fatta esperienza di condivisione e si è cercato di educare soprattutto i più piccoli alla speranza, alla fiducia nel domani.

E, proprio nei giorni più duri dell'emergenza, una buona notizia è arrivata dalla Casa “Oasi Vergine del Sorriso”, guidata dai coniugi Roberta e Alfredo della Fraternità di Emmaus, che, l’8 marzo, hanno accolto Maria (nome di fantasia, ndr), una bimba di pochi giorni abbandonata dalla mamma. È stata la Procura ad affidarla, con un’autorizzazione speciale, in quanto, in Casa, era già stato superato il numero di bambini massimo da poter avere in affido. L’eccezione nasce dal fatto che Maria è la sorellina di un bambino accolto nella stessa casa.

“Una emergenza nell’emergenza – ci dice Roberta piena di gioia – siamo stati felici di aver potuto accogliere Maria in questo momento difficile, è davvero una luce di speranza”. La Mensa dei Poveri “Papa Francesco”, gestita dall’Ordine di Malta, non potendo garantire la distanza necessaria tra un ospite e l’altro, ha dovuto, a malincuore, sospendere l’erogazione dei pasti, ma ha preparato e consegnato pacchi alimentari alle tante famiglie che quotidianamente vi si rivolgono.

Gli ospiti ricevono regolarmente viveri presso un supermercato convenzionato. Nella fattoria della “Comunità Incontro”, dedicata al recupero degli ex tossicodipendenti, proseguono le attività ordinarie, nel pieno rispetto delle norme vigenti. I responsabili delle varie strutture hanno mantenuto poi il costante contatto con l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, per una regolare condivisione nel delicato impegno al servizio dei più piccoli e bisognosi.

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