La Chiesa di San Callisto: sarà riparo notturno per 30 senza fissa dimora
Grazie ad una collaborazione tra l’Elemosineria Apostolica della Santa Sede e la Comunità di Sant'Egidio
Lo Stato della Città del Vaticano, comunemente chiamato semplicemente Vaticano, è il più piccolo stato sovrano del mondo sia per popolazione (605 abitanti) sia per estensione territoriale (0,44 km²). I suoi confini, definiti dai Patti Lateranensi del 1929, sono ben delimitati dalle Mura Leonine (anche se tutti i romani le chiamano comunemente Mura Vaticane) e dalla Piazza (con annessa Basilica) di San Pietro.
Fin qui, parliamo di qualcosa di noto a tutti, a molti però sfugge l’esistenza delle cosiddette “Zone Extraterritoriali della Santa Sede” presenti sul suolo italiano. Sostanzialmente, sempre in base ad accordi regolati dal Concordato tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, questi luoghi sono trattati secondo le regole del diritto internazionale alla stregua di ambasciate di Paesi stranieri. Parliamo ad esempio dell’Ospedale Bambino Gesù, delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, del Palazzo di Propaganda Fide a Piazza di Spagna a Roma.
Anche la Chiesa di San Callisto (luogo di culto antico, edificato intorno al pozzo dove fu martirizzato Papa Calisto I nel 222, ma l’attuale edificio risale al XVII secolo) è una proprietà della Santa Sede in zona extraterritoriale, e proprio la chiesa ed i locali annessi, per il terzo anno consecutivo, grazie ad una collaborazione tra l’Elemosineria Apostolica della Santa Sede e la Comunità di Sant’Egidio, offriranno a partire da Sabato 8 Dicembre un riparo notturno a 30 senza fissa dimora della Capitale.
L’Elemosineria Vaticana, ricordo, è la struttura predisposta ad occuparsi della cosiddetta “Carità del Papa”. Istituzione antica, ha ripreso slancio e vigore grazie al lavoro congiunto di Papa Francesco e del Cardinale Konrad Krajewski (noto a tutti i bisognosi di Roma ed agli operatori del settore semplicemente come Don Corrado). Sostanzialmente, dove non può essere presente Papa Francesco (a causa dei protocolli di sicurezza e degli “impedimenti” legati al ruolo), c’è al suo posto Don Corrado a portare coperte, vestiti, pasti caldi ai senza fissa dimora. Ricorderanno i miei lettori le “ronde della solidarietà” organizzate dalla Santa Sede proprio nell’inverno 2016/2017, e sempre in quel periodo di grande freddo nacque l’idea dell’apertura notturna della Chiesa di San Callisto.
Augusto, Professore di Storia Contemporanea e da molto anni una delle colonne portanti della Mensa di Via Dandolo della Comunità di Sant’Egidio, ci spiega meglio il lavoro dei volontari: “Sono circa trenta le persone, fra italiani e stranieri che normalmente vivono per strada, che da domani ospiteremo per la notte nella chiesa e nei locali attigui, opportunamente riscaldati e provvisti di letti e coperte e servizi igienici. Gli ospiti possono cenare presso la vicina mensa di Via Dandolo, entrare nella Chiesa tra le 20 e le 22, per poi lasciare la struttura nel corso della mattinata. A garantire l’accoglienza ci siamo noi volontari, anche se ci ha colpito la catena di solidarietà che questa realtà ha generato: in tanti ci hanno contattato per regalare coperte, vestiti, ed anche per aiutarci nei turni, c’è stata una vera e propria moltiplicazione del bene. Negli scorsi due anni, ci tengo a sottolinearlo, abbiamo offerto riparo temporaneo ad oltre 100 persone, ma il nostro lavoro non si è fermato, in quanto per molti di loro siamo poi riusciti a trovare delle soluzioni per non farli tornare a vivere per strada”. (Prossimamente, spero di poter raccontare ai miei lettori la storia di alcuni senza fissa dimora, accolti nei locali si San Callisto, ed in seguito ad un importante lavoro di coordinamento tra volontari e servizi sociali, oggi persone con una casa, un lavoro, una vita serena).
Va sottolineato che, al momento, la disponibilità di accoglienza del Comune di Roma è pari a 225 posti letto, mentre secondo alcune stime nella Capitale ci sono almeno 7.000 senza fissa dimora. E’ doveroso anche ricordare un maggiore impegno da parte di molte parrocchie ed associazioni durante il periodo invernale, i numerosi appelli all’accoglienza lanciati da Papa Francesco hanno trovato terreno fertile nel mondo cattolico, anche se molto ancora ci sarebbe da fare.
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