religione

La cattedrale di San Rufino: il simbolo di Assisi

Antonio Tarallo
Pubblicato il 12-08-2021

Le strade di Chiara e Francesco si incrociano sotto il santo patrono della città

E’ l’emblema di Assisi, assieme al Sacro Convento, la cattedrale dedicata a San Rufino, il patrono della città umbra. L'edificio occupa parte del terrazzamento romano, secondo alcuni, area del foro su cui sorgeva il tempio della Bona Mater. La facciata riccamente scolpita rappresenta uno dei più alti esempi di arte romanica. L'interno, rinnovato nel XVI secolo, conserva il fonte battesimale nel quale furono battezzati San Francesco e Santa Chiara.

Quindi, sotto il nome di San Rufino c’è questo incrocio splendido dei due santi simbolo della città umbra: Francesco e Chiara. E’ davvero speciale questo luogo proprio perché le vite dei due - già prima di tutta l’esperienza francescana a noi nota - sembrano trovare in questo sacro luogo un crocevia. Una sorta di preludio - si potrebbe dire - di quella storia particolare di Chiara e Francesco che segnerà la storia del Cristianesimo.
Ma qual è la storia di questo luogo così sacro? La chiesa venne edificata a partire dal 1029, e venne insignita del titolo di cattedrale nel 1036. Nel 1140 fu ricostruita su disegno di Giovanni da Gubbio. Papa Innocenzo IV la consacrò nel 1253.

La facciata, vero e proprio capolavoro di scultura romanica, è divisa orizzontalmente in tre zone: nella parte inferiore si aprono tre portali con ai lati leoni e grifi.
Il portale centrale è riccamente scolpito con motivi vegetali, figure ed animali allegorici. La zona mediana è decorata da tre splendide rose; simboli dei quattro Evangelisti circondano il rosone centrale. La parte superiore, con tetto a capanna, è stata aggiunta alla fine del XIII secolo.

Nei pressi del campanile si trovava la casa di Santa Chiara che nasce nella potente famiglia degli Offreduccio di Assisi, da Favarone e Ortolana. Del padre non abbiamo molte notizie, sappiamo invece che la madre, donna di grande fede, era molto emancipata per quel tempo. Ortolana, infatti, nonostante gli impegni familiari, più volte si è messa in viaggio per visitare Roma ed altri santuari anche molto lontani, come San Giacomo di Compostela e Gerusalemme.
Durante la prima gravidanza, temendo i pericoli del parto, pregò davanti al Crocifisso per chiedere aiuto e si sentì rassicurata: sarebbe nata da lei una luce che avrebbe illuminato il mondo. Per questo, alla bambina diede nome Chiara. E proprio alla fonte battesimale - custodita nella cattedrale di San Rufino - quel nome risuonò forte.

L'interno della cattedrale - a diviso in tre navate - è stato completamente rinnovato nel 1571 da Galeazzo Alessi. La rimozione degli altari laterali nella navata sinistra ha messo in luce parti del muro romano e l'antica cisterna. Nel catino absidale affreschi del Carlone, di Giovanni Antonio Grecolini e del Giorgetti. Nel braccio sinistro della crociera si trova una Crocifissione, opera di Dono Doni. Nella navata mediana, ai lati dell'ingresso, troviamo due sculture raffiguranti San Francesco, opera di Giovanni Duprè, 1882, e Santa Chiara di Amalia Duprè, 1888. Ancora una volta, ecco i nostri due santi presenti sotto l’effige di San Rufino, vescovo il cui corpo giace nel sarcofago romano del III secolo d.C.che si trova nella cripta della cattedrale.

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