religione

L'appello del sindaco di Montepaolo per frenare l'addio dei francescani

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 30-11--0001

Mentre continua la raccolta delle firme a favore del permanere della fraternità francescana dei Frati Minori a Montepaolo e a Forlì, con tanto di petizione online, il sindaco del comune forlivese racconta in una lettera aperta l’importanza del Santuario, dell’Eremo e della “Grotta del Santo”. «Non è facile riassumere oltre 800 anni di storia».

RESIDENZA DI SANT'ANTONIO

Se le speranze di continuare a vedere la presenza francescana a Montepaolo sono sempre più ridotte, il primo cittadino tiene a ricordare lo stretto legame secolare tra il paese e Sant'Antonio di Padova. «Montepaolo, posto sulle ridenti colline tra Castrocaro Terme e Dovadola, è stata la prima residenza stabile di Sant’Antonio in Italia. In questo luogo il Santo dimorò per più di un anno tra il 1221 e il 1222 in un piccolo e modesto  piccolo romitorio di frati francescani che vi conducevano vita eremitica. Sant’Antonio, nato e cresciuto in Portogallo dove studiò e fu ordinato sacerdote, giunse a Montepaolo a seguito di varie peripezie».

LA SAPIENZA DEL SANTO

Nel mese di settembre del 1222, in occasione di una ordinazione sacerdotale tenuta a Forlì, «venne invitato a improvvisare una riflessione. Tenne una predica che rivelò ai presenti la sua straordinaria sapienza fino a quel punto totalmente sconosciuta a tutti. Da quel momento fu impegnato nella predicazione e divenne il santo che tutti conosciamo».

PADRE MENGONI

Nel 1902 la svolta per il convento e il santuario. «Assume un ruolo di primo piano Padre Teofilo Mengoni da Soci, che per mezzo secolo sarà “l’eremita di Montepaolo” e il realizzatore dell’attuale santuario. «Nel 1904  si convenne di utilizzare la casa della famiglia (nobile ndr) Zauli come convento-eremo, di costruire la nuova chiesa in adiacenza alla stessa casa e di ricomporre invece la “grotta” più a monte del luogo dove la frana l’aveva spazzata via insieme al santuario e alla casa del sacerdote-custode. La prima pietra venne posta il 16 luglio 1905 e la “grotta” fu inaugurata in forma solenne un mese dopo.



IL FRATE INGEGNERE

Le cronache ci dicono che immediatamente iniziarono i pellegrinaggi dai paesi e dalle città della Romagna e della Toscana. Successivamente si pensò alla costruzione della chiesa affidandone la progettazione a un frate, Padre David Baldassarri da Bibbiena, che propose una struttura a croce greca di stile neogotico. Il vescovo di Forlì, Monsignor Raimondo Jaffei, fu chiamato a deporre la prima pietra il 29 giugno 1908, mentre per la consacrazione, avvenuta il 7 settembre 1913, fu presente il vescovo di Modigliana Monsignor Luigi Capotosti.

«Da allora sono passati oltre cento anni - conclude il sindaco - e il Santuario e l’Eremo di Montepaolo, nonostante difficoltà e problemi restano un punto di riferimento insostituibile del culto di Sant’Antonio che in quel luogo fonda le sue radici fin dal lontano 1222, poco meno di 800 anni fa».

 

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