L’origine del dono dell’uovo di Pasqua
Simbolo di rinascita per il cristianesimo
Esiste, nella pinacoteca di Brera, una famosa pala d’altare - dipinta nel 1474 dall’immenso maestro di colori Piero della Francesca - dal titolo “Sacra conversazione”. Spicca tra i vari santi ritratti (tra cui anche San Francesco d’Assisi), la Madonna - posta al centro della pala - che tiene sulle sue ginocchia il Bambino Gesù. La scena è ambientata davanti a un'abside monumentale che si trova molto indietro rispetto alle figure. Proprio dietro alla Madonna, si trova una nicchia che presenta nella parte alta una semicupola nella quale è scolpita una conchiglia: da questa pende, sopra la testa della Vergine, un uovo. Uovo, simbolo di vita, della Creazione, di nascita e rinascita.
Nel cristianesimo, l'uovo diventa così il simbolo che meglio coglie il significato del miracolo della Resurrezione di Cristo: rinascita. La scelta del simbolo - bisogna precisare - non è casuale. Infatti, fin dall'antichità, questo alimento ha ricoperto un valore simbolico enorme. In alcune culture Terra e Cielo, unendosi, formavano proprio un uovo, simbolo - dunque - di vita. Per gli antichi Egizi l'uovo era invece l'origine di tutto e il fulcro dei quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). Siccome in Primavera la natura risorge, i Persiani amavano poi regalarsi proprio delle uova. I contadini dell'antica Roma, per esempio, avevano l'abitudine di seppellire nei campi un uovo dipinto di rosso per propiziarsi un buon raccolto. L'usanza cristiana delle uova di Pasqua è iniziata tra i primi cristiani della Mesopotamia. Questi, macchiavano le uova con il colore rosso in ricordo del sangue di Cristo, versato sulla croce.
Nel Medioevo, in Germania, tra la popolazione nacque una tradizione durante il periodo di Pasqua. Una tradizione che ricorda molto quella odierna: venivano distribuite uova bollite, avvolte in foglie e fiori, in modo che si colorassero naturalmente. Tra i nobili e gli aristocratici invece si diffuse l'abitudine di fabbricarne alcune di argento, platino o oro, decorate.
Le origini dell’uovo di cioccolato - così come lo conosciamo noi - sono, invece, da ricondurre al re Sole, Luigi XIV. Fu lui che per primo, a inizio Settecento, fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte.
Questa tradizione, arrivata nella Russia degli zar, fu trasformata in vera e propria arte orafa, invece. E inoltre, fu in Russia, che nacque l’idea di inserire all’interno dell’uovo la famigerata “sorpresa”. Parliamo di sorprese...preziose, molto preziose. L'orafo di corte Peter Carl Fabergé, fu incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate, al cui interno venivano poste altre piccole uova, che contenevano - a sua volta - due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino dorato.
Mentre la produzione di uova al cioccolato, in produzione industriale, la si deve ai maestri cioccolatieri piemontesi, francesi e svizzeri. La produzione di uova si affermò in Europa (e poi in tutto il mondo) nel corso del 900, con un vero boom a partire dal secondo dopoguerra.
Antonio Tarallo
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