Il Rosario, preghiera centrale della nostra Fede, consolazione, riflessione e sintesi spirituale
IL ROSARIO
Il bollettino della Sala Stampa Vaticana ci annuncia in questi giorni che il Santo Padre Francesco si recherà presso il Santuario del Divino Amore per la recita del Santo Rosario, martedì I maggio, inizio del mese Mariano.
La memoria mi porta a più di dieci anni fa quando, il Sabato 10 ottobre 2007 alle ore 17, nell'Aula Paolo VI, dove ebbe luogo la veglia mariana degli universitari di Roma in occasione del Sinodo speciale dei Vescovi per l’Africa , sul tema “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. L'evento, promosso dalla Segreteria generale del Sinodo, organizzato dall'Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma aveva come obiettivo quello di far condividere la veglia e la recita del Rosario guidata dal Santo Padre a studenti universitari europei e studenti universitari africani collegati via satellite dall'Egitto, dal Sudan, dal Congo, dal Burkina Faso, dal Madagascar, dal Sud Africa, dal Kenya, dalla Nigeria e dal Mozambico ed era l'evento più importante del programma di incontri e di riflessione tra le università romane e quelle africane.
Il Rosario quindi, denominatore comune di tante culture, Paesi e continenti diversi. Come scriveva uno scrittore famoso, tra le preghiere, che nel corso dei secoli, a partire dagli inizi del secondo millennio, hanno conosciuto una maggiore diffusione nell’Occidente cristiano, il Rosario è certamente la più amata, corrispondendo all’esigenza interiore di una preghiera contemplativa, capace di condurre il cuore alla comunione con il Signore nella semplicità e nella purezza. Pio XII, vedeva nella preghiera cara alla Vergine una profonda compassione verso il dolore che ancora attanaglia l’umanità e molti cristiani, a motivo della terribile e inumana seconda guerra mondiale. Per Pio XII il Rosario della Vergine può essere considerato sintesi, compendio di tutto il Vangelo.
Per Giovanni XXIII, il Rosario è preghiera sociale, pubblica ed universale in ordine ai bisogni ordinari e straordinari della Chiesa, delle nazioni e del mondo. Secondo Paolo VI, il Rosario è preghiera che propizia il gran dono della pace e rende i credenti operatori di pace, in quanto “meditando i misteri del santo Rosario, noi impareremo, sull’esempio di Maria, a diventare anime di pace, attraverso il contatto amoroso e incessante con Gesù e coi misteri della sua vita redentrice”. La profonda e sincera pietà mariana di Papa Luciani era nota a tutti e Giovanni Paolo II aveva dedicato alla Madonna il suo motto: “Totus tuus” e aggiunse al Rosario i misteri della luce. Benedetto XVI, presenta il Rosario quale rimedio e conforto nei duri momenti della prova, preghiera “meravigliosamente idonea a nutrire e a far sorgere in tutte le anime la carità e le virtù”. Per lui è un pio esercizio da rendere abituale ovunque, e che raccomanda caldamente, specialmente in quest’epoca così perturbata.
Scorrevano davanti ai miei occhi le immagini dei giovani africani che recitavano il Rosario e tornando a oggi, si capisce come la situazione drammatica in tanti di quei Paesi abbia motivato i numerosi interventi di Papa Francesco in quel continente. Il Rosario quindi preghiera centrale della nostra Fede, consolazione, riflessione e sintesi spirituale. In questo mese di maggio – ci dice Papa Francesco – vorrei richiamare all’importanza e alla bellezza della preghiera del santo Rosario. Recitando l’Ave Maria, noi siamo condotti a contemplare i misteri di Gesù, a riflettere cioè sui momenti centrali della sua vita, perché, come per Maria e per san Giuseppe, Egli sia il centro dei nostri pensieri, delle nostre attenzioni e delle nostre azioni e sempre Papa Francesco nel mese di Ottobre scorso, nel corso di una Udienza e rivolgendosi ai giovani: “Questa preghiera mariana sia per voi, cari giovani, occasione per penetrare più a fondo il mistero di Cristo operante nella vostra vita”. “Amate il Rosario”, l’invito agli ammalati, “perché dia consolazione e senso alle vostre sofferenze”. Agli sposi novelli, Francesco ha augurato che il Rosario “diventi occasione privilegiata per sperimentare quella intimità spirituale con Dio che fonda una nuova famiglia”. Lo stesso valga per tutti noi, non dimentichiamolo mai.
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