religione

Il Natale di Maria: tra i Vangeli apocrifi e l'Arte

Antonio Tarallo Wikipedia
Pubblicato il 08-09-2021

Le origini della festa

Ogni mese dell’anno è dedicato a Maria perché il Creato di Dio vive in quella maternità tutta speciale. E l’otto settembre - si potrebbe dire - si festeggia il suo compleanno. Maria nasce e cresce per essere Madre del Re.  In uno dei più importanti sermoni di San Pier Damiani troviamo una descrizione dell’evento straordinario che è racchiuso in questa nascita:   “Dio onnipotente, prima che l'uomo cadesse, previde la sua caduta e decise, prima dei secoli, l'umana redenzione. Decise dunque di incarnarsi in Maria”. 

La nascita di Maria è annunciata come quella di Gesù da un Angelo mandato da Dio. “Ecco, un angelo del Signore le apparve, dicendole: Anna, Anna! Il Signore ha esaudito la tua preghiera; tu concepirai e partorirai”. Non è un racconto contenuto nei Vangeli canonici, ma è il Protovangelo di Giacomo che racconta la nascita di Maria, senza soffermarsi, tuttavia, su particolareggiate descrizioni. Di notizie, in merito, non se ne trovano neanche nel cosiddetto Pseudo Matteo - un apocrifo latino risalente all’VIII secolo -  intitolato proprio alla Nascita della Beata Vergine e all’Infanzia del Salvatore. 

La festa viene inserita tra le dodici feste mariane più importanti:la sua istituzione risale al VI secolo durante il regno di Giustiniano I e nella locale Chiesa bizantina questa devozione dà probabilmente origine a un’altra festa, quella della Concezione. In Occidente viene introdotta solo il secolo successivo, il VII, grazie a Sergio I, pontefice siciliano, ma di origine siriana. Venne celebrata dal 688 con una solenne processione a Roma che partiva dalla chiesa di   Sant’ Adriano al Foro fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore.  Nella tradizione bizantina, la Natività della Vergine è la prima festa dell’anno liturgico – che come l’anno civile ha inizio a settembre – che si conclude, poi con la Dormizione.   

Ma qual è il vero significato della nascita di Maria? La Natività di Maria è strettamente legata alla sua maternità umana e divina: la nascita di Maria consentirà quella di Gesù, dunque l’ incarnazione del Verbo. Maria permette la redenzione dell’umanità e diventa il luogo della bellezza della Chiesa. Maria, meraviglia delle meraviglie, è necessario che nasca da una donna sterile e che sia primogenita, perché dovrà generare “il Primogenito di tutta la Creazione”. Maria è Bellezza. E quando si parla di Bellezza non si può non pensare all’Arte. Quella pittorica ci offre la possibilità di fare un distinguo - o se vogliamo un paragone - tra il luogo di nascita di Maria è quello di Gesù.  Colpisce la differenza di ambientazione: dall’ umile stalla  a una  ricca dimora. 

La casa che ci ritroviamo di fronte in quasi tutte le rappresentazioni sul Natale di Maria  è la stessa in cui Anna ha ricevuto l’annuncio dell’angelo. Affreschi di mirabile bellezza, da lasciare senza fiato. La location tradizionale è sempre la stanza del parto benedetto, animata soprattutto da donne: levatrici e ancelle che porgono ad Anna dei doni come ad indicare allegoricamente  il cibo eucaristico che - attraverso Maria -  verrà elargito all’Umanità intera.

Uno dei più interessanti esempi nella grande svolta di rinnovamento artistico in Italia nei secoli XIII-XIV sulla natività di Maria rimane il mosaico del pittore romano Pietro Cavallini, conservato nella chiesa di Santa Maria in Trastevere a Roma. L’opera è datata al 1291 circa. In questa composizione si nota ancora la forte influenza dell’arte bizantina, in quei fondali d’oro che creano meraviglia nello spettatore. E’ la luce di Maria, splendente e luccicante. La scena ha come fondo dei ricchi tendaggi. Le figure rappresentate sono: Sant’Anna e due donne che portano una bevanda e del cibo alla partoriente. Il volto ieratico di Maria bambina è sublime, affascinante.  In basso all’opera, è posta un'immagine ricorrente in quasi tutte le rappresentazioni della nascita di Maria: è la scena del “bagno della neonata”.  

Al museo dell’ opera del Duomo di Siena è conservato un trittico su tavola di Pietro Lorenzetti datato 1335-1342. La scena, coraggiosa dal punto di vista prospettico, si svolge sui tre pannelli centrali. Non in continuità fra loro. C’è un'immagine che spicca tra tutte: è il  trepidante Gioacchino che riceve la notizia della nascita di Maria. 

 

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