religione

Il frate che per 30 anni è rimasto paralizzato a causa delle percosse subite

Gelsomino Del Guercio Facebook _ Prietenii Pr. ANTON Demeter
Pubblicato il 16-05-2021

La storia del Servo di Dio Anton Demeter

E’ una storia “forte” quella del Servo di Dio Anton Demeter, sacerdote francescano di origini rumene (Butea, Romania, 17 settembre 1925 - Roman, Romania, 20 dicembre 2006).

Per oltre trent’anni frate Anton ha svolto il suo ministero di frate su una sedia a rotelle ed è morto in fama di santità.

L’INIZIO DELL’AGONIA

La sua “agonia” è iniziata nel 1949, quando il governo comunista soppresse tutte le Congregazioni religiose e confiscò i loro beni. Padre Anton non hai mai potuto esercitare fino in fono il suo ruolo in Romancia, date le difficili condizioni per chi aveva idee diverse dal regime.

I LAVORI FORZATI

Racconta lui stesso nei suoi scritti: «20 agosto 1958 sono stato arrestato e condannato a 20 anni di lavoro forzato, essendo accusato di avermi occupato dell’educazione religiosa dei bambini e dei giovani, che ho pregato insieme al popolo per i Vescovi e per i sacerdoti arrestati, e che ho mantenuto legami fraterni con i Fratelli delle Scuole Cristiane, considerati dai comunisti come i più grandi nemici del popolo».

I COLPI ALLA SCHIENA

«Il giorno 4 aprile 1959 - proseguiva frate Anton - mentre mi trovavo nel carcere di Jilava, vicino a Bucarest, durante un breve interrogatorio preso a me da un militare, mentre stavo in piedi e con la faccia rivolta al muro, questo mi ha colpito alla schiena con un martello di legno, che si trovava in quella stanza».

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DIGHE E LAVORI AGRICOLI

A cominciare da quel giorno, il francescane ebbe dolori continui, ma sopportabili, alla colonna vertebrale. «In questa situazione - denunciava frate Anton - sono stato obbligato, accanto a migliaia di detenuti politici a partecipare a lavori di costruzione delle dighe e di lavori agricoli, nell’Insula Mare a Brăilei e nel Delta del Danubio. Il freddo, il lavoro estenuante, la fame, le bastonate, la tubercolosi e la mancanza pressochè totale dell’assistenza medica hanno fatto morire molti dei detenuti, tra i quali si trovavano molti sacerdoti».

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LA PARALISI

Nel autunno del 1960, dopo sei mesi di ricovero in infermeria, con febbre e senza alcuna cura, il colpo finale per frate Anton. «Mi sono visto da un giorno all’altro paralizzato di ambedue le gambe. Nel 1964, in seguito alla sospensione generale della pena dei detenuti politici, sono stato graziato anche io». Il frate francescano resterà in queste condizioni fino al 2006, anno della sua scomparsa.

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