religione

I Santi Arcangeli. Chi sono? Qual è l'origine del nome?

Antonio Tarallo
Pubblicato il 27-09-2019

Oggi si celebrano i Santi Arcangeli. Vediamo chi sono.

Il Martirologio commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. E per farlo, usa queste parole:

“Festa dei santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli. Nel giorno della dedicazione della basilica intitolata a San Michele anticamente edificata a Roma al sesto miglio della via Salaria, si celebrano insieme i tre arcangeli, di cui la Sacra Scrittura rivela le particolari missioni: giorno e notte essi servono Dio e, contemplando il suo volto, lo glorificano incessantemente”.

Ma cosa vuol dire “arcangelo”? Ci aiuta, come sempre, l’etimologia della parola. Cerchiamo, allora, di L'etimo deriva dal latino "archangelus", parola composta dalle parole greche "àrchein" (comandare) e "àngelos", angelo, la cui traduzione letterale è "angelo capo" o "capo degli angeli".

La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore, e Raffaele soccorritore.

Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Lo stesso santuario a cui andrà Francesco d’Assisi, come pellegrino.

Il culto di Michele si diffuse dapprima solo in Oriente: in Europa iniziò alla fine del V secolo, dopo l’apparizione dell’arcangelo sul monte Gargano. Michele è citato nella Bibbia nel libro di Daniele come primo dei principi e custodi del popolo d’Israele. E’ definito arcangelo nella lettera di Giuda e nel libro dell’Apocalisse. Michele è colui che conduce gli altri angeli alla battaglia contro il drago, cioè il demonio, e lo sconfigge. Michele significa “Chi è come Dio?”. E’ l’arcangelo che insorge contro Satana e i suoi satelliti, difensore degli amici di Dio, protettore del suo popolo.

Gabriele significa, invece, “Forza di Dio”. La diffusione del suo culto è più tarda, attestandosi attorno all’anno mille. Gabriele è l’angelo inviato da Dio, e nell’Antico Testamento è mandato al profeta Daniele per aiutarlo a interpretare il senso di una visione e per predirgli la venuta del Messia. Nel Nuovo Testamento è presente all’annuncio della nascita del Battista a Zaccaria, e nell’Annuncio a Maria, messaggero della Incarnazione del Figlio di Dio.

In ultimo, Raffaele ha significato di “Dio ha guarito” ed è venerato come guaritore. È uno dei sette angeli che, si dice nel libro di Tobia, stanno sempre al cospetto del Signore. È l’inviato di Dio che accompagna il giovane Tobi a riscuotere un credito nella Media e lo riporta sano e salvo in Assiria, assieme a Sara, la sposa, che ha guarito dal suo male, come guarirà il padre Tobia dalla sua cecità .

Non si poteva concludere questa breve “rassegna” se non con la preghiera a loro dedicata:“Venga dal Cielo nelle nostre case l’Angelo della pace, Michele, venga portatore di serena pace e releghi nell’inferno le guerre, fonte di tante lacrime. Venga Gabriele, l’Angelo della forza, scacci gli antichi nemici e visiti i templi cari al Cielo, che Egli trionfatore ha fatto elevare sulla Terra. Ci assista Raffaele, l’Angelo che presiede alla salute; venga a guarire tutti i nostri malati e a dirigere i nostri incerti passi per i sentieri della vita”.

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