religione

I martiri di oggi

Antonio Tarallo Terrasanta.net
Pubblicato il 26-12-2020

A colloquio con il Vescovo caldeo di Aleppo, Monsignor Antoine Audo, sulla situazione in Siria

Santo Stefano, il primo martire. Così viene ricordato dalla Chiesa. E ancora oggi, tanti sono i martiri per la propria fede. A distanza di secoli, sembra proprio che nulla sia cambiato. Terre di guerra e persecuzione, terre di sangue e morte. Una di queste, senza dubbio, è la Siria, martoriata dalla guerra. “San Francesco, patrono d’Italia” ha raggiunto il Vescovo caldeo di Aleppo, Monsignor Antoine Audo, per parlare dell’attuale situazione che si trova di fronte. 

Siria, terra di martiri, di perseguitati cristiani. E, soprattutto, i giovani fuggono da questo scenario. Allora, la domanda, nasce davvero così naturale: come sarà possibile poter costruire - o meglio, ricostruire - un “qualcosa” che sta scappando?

Con la crisi della guerra siriana abbiamo perso gran parte dei giovani, a causa del servizio militare e della disoccupazione. Allo stesso modo, la partenza delle famiglie benestanti dall'intellighenzia ha notevolmente indebolito il tessuto sociale. Possiamo quindi dire che sono i poveri e i più anziani di cui siamo responsabili, soprattutto nella Chiesa. Come ricostruire? Crediamo nella voglia di vivere nonostante tutto ciò che vince l'istinto di morte. La nostra storia è fatta di difficoltà e sfide, e crediamo che un piccolo residuo garantirà comunque una presenza della Chiesa in Siria e Aleppo.

Sebbene le attività missionarie non siano illegali secondo il codice penale turco, sia i pastori stranieri che i cittadini turchi che si convertono al cristianesimo sono considerati come senza dignità anche dalle autorità. Come è possibile fare missione in una terra come questa?

Oggi, credo e soprattutto nei nostri paesi del Medio Oriente, si preferisce parlare di testimonianza, dialogo e soprattutto rispetto. Papa Francesco ci chiede di costruire ponti piuttosto che erigere muri. Accetta di essere discepoli prima di diventare apostoli. La dimensione personale così come la richiesta di libertà e fiducia nei nostri rapporti con i nostri fratelli musulmani, ci armano di una parola oggettiva e forte. Dobbiamo formare i nostri fedeli in questo senso, affinché possano vivere nell'Esodo e irradiare il Vangelo del perdono e della fiducia.

Ma, Eccellenza, sembra quasi - ormai - che la persecuzione dei cristiani non sia solo ormai da circoscrivere in terre delicate come quelle della Siria e la Turchia.   Paesi come la Francia, ad esempio, nei giorni passati, ha vissuto momenti concitati. E’ un odio, questo, che sembra invadere buona parte anche dell’Europa. Come è possibile tutto questo? 

Mi sembra, guardando gli avvenimenti dalla Siria che la cosa più grave sia l'odio dei vecchi cristiani d'Europa per la fede cristiana, come un fenomeno enorme. Un tale fenomeno non è mai stato visto all'interno dell'Islam e del giudaismo. È clericalismo, dogmatismo? Questo dovrebbe portarci a una profonda riflessione teologica e ad una vera conversione. I media francesi insistono sul diritto alla blasfemia! Parola che fa infuriare i musulmani, perché la bestemmia non è una parola qualsiasi ma tocca la sacralità della religione. Dobbiamo parlare, ad esempio, del diritto di critica, qualcosa di ammissibile nelle culture al di fuori della sfera francese. A questo proposito, alcuni leader musulmani hanno ricordato ai francesi tutte le ingiustizie delle colonie francesi nei paesi musulmani e in particolare nel Nord Africa; lo sceicco della moschea Al Azhar ha chiesto il divieto internazionale di blasfemia contro l'Islam; un terzo interroga gli occidentali spiegando loro perché proibite ogni critica a Israele e agli ebrei e date libero sfogo alle vignette contro il profeta dell'Islam. Ogni volta, un evento deve essere inserito nel suo contesto storico, ricordando che l'Islam è sia politica che religione, in maniera inseparabile.

Le parole di Monsignor Audo fanno riflettere. E ci indicano un panorama che - proprio oggi, nella festa di Santo Stefano, martire per la fede - rimane preoccupante. La libertà religiosa è ancora in pericolo. I martiri ci sono, ancora oggi. E non sono lontani da noi.

 

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