FRANCESCO INNAMORATO DEL CREATO, RIMANDO DI DIO
Il santo pone la vita come elemento di uguaglianza tra i protagonisti del Creato
4 ottobre, San Francesco…“animale” di Dio
Il 4 ottobre è la festa di San Francesco d’Assisi. Ma è in realtà un’occasione di festa estesa a tutti noi “animali”. Qualcuno storcerà il naso pensando che chi scrive abbia deciso di offendere il genere umano, proprio in occasione della ricorrenza francescana. La realtà dei fatti è più profonda. È noto a tutti quanto Francesco fosse innamorato del Creato, e come avesse fatto dell’ambiente in cui viveva un tutt’uno con l’amore per Dio. I biografi che narrano di Francesco danno molta importanza al veicolo che testimonia lo spirito del santo, dal Medioevo a oggi: la parola. Dalla lettura delle fonti scritte notiamo che ogni singola “parola” associata da Francesco o dai suoi compagni agli animali è sempre pregna di grande rispetto. Così apprendiamo che per Francesco il peso del cuore di una farfalla non è diverso da quello di un essere umano, e dunque non deve essere maltrattato, offeso, calpestato. Francesco si rivolge all’uccellino col medesimo atteggiamento che avrebbe nei confronti di un essere umano. Li mette sullo stesso piano, gli uomini e gli “altri” animali. Un approccio non unilaterale, ma vero e carico di aspettative. Significa un atteggiamento che va oltre la differenziazione di specie, accostando tutti gli esseri viventi come compartecipi della civiltà. Significa intendere la parola “animale” nella sua essenza etimologica più pura: essere dotato di un’anima.
Leggendo le parole che ci raccontano la vita di San Francesco, accade qualcosa di unico. Che sia un animale umano o non umano, il santo pone la vita come elemento di uguaglianza tra i protagonisti del Creato. L’approccio zooantropologico di Francesco si colloca in un momento importante per l’interazione “etica” tra essere umano e le altre creature. Gli scritti relativi al poverello d’Assisi sono una fondamentale attestazione di ciò che stava accadendo nell’arte figurativa di quei secoli, e vale a dire la pacificazione tra uomo e resto del Creato dopo secoli di condizionamento “simbolico”. Prima gli animali non umani erano vincolati ad una rigidissima rappresentazione figurativa, sia nella scrittura che nell’arte sacra. Con le fonti francescane sembra palesarsi il corrispettivo letterario della nuova immagine visiva del Creato. Anche grazie alla rivoluzione di Francesco d’Assisi l’interazione tra animali è ora libera di essere raffigurata, in tutte le sue espressioni. Uno dei primi pittori a farlo fu Giotto col suo ciclo di affreschi nella Basilica di Assisi, dove l’artista volle far interagire le storie del santo con ogni vita animale. La festa di Francesco è il compleanno della vita. Nostra esaltazione, riunificazione con l’anima. Apoteosi dell’incantevole armonia tra animali umani e non umani.
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