religione

Francesco il 31 agosto al Congresso dei cardiologi

Redazione online ANSA/GIORGIO ONORATI
Pubblicato il 30-11--0001

Ci saranno 35mila medici provenienti da 140 Paesi

Mercoledì 31 agosto, al termine dell’udienza generale, il Papa si recherà alla Fiera di Roma per rivolgere il suo saluto ai partecipanti al Congresso Mondiale (Esc Congress 2016) organizzato dalla Società Europea di Cardiologia, che si aprirà il 27 agosto e che terminerà, appunto, il 31 agosto. Si tratta del più grande raduno al mondo sulla patologia cardiovascolare al quale prenderanno parte 35mila medici provenienti da 140 Paesi, nonché figure professionali legate alla cardiologia e aziende produttrici di farmaci e dispositivi medici. Sul significato della presenza di Francesco nella giornata conclusiva del Congresso, Francesca Sabatinelli ha intervistato il professor Leonardo Bolognese, presidente della Federazione italiana di cardiologia, nonché tra i coordinatori italiani di Esc 2016:

R. – Per noi ha un grandissimo significato, la sua presenza è per noi di grande supporto perché sottolinea la missione della Società europea di cardiologia, e in genere della comunità cardiologica, che è quella di combattere la malattia cardiovascolare e, quindi, le implicazioni in ordine alla salute pubblica e alla lotta contro le malattie cardiovascolari. L’“endorsement” da parte di una figura come quella del Papa, al di là di quello che rappresenta per tutta la comunità cristiana, è sicuramente un grande elemento di supporto per l’attività della comunità cardiologica internazionale.

D. – Qual è l’obiettivo, lo scopo, di questo congresso dalle dimensioni così vaste?

R. – L’obiettivo e la missione sono quelli di prevenire, diagnosticare e trattare le malattie cardiovascolari. I dati in questo senso ci supportano e sono motivo di grande orgoglio. C’è stata negli ultimi dieci anni una riduzione importante delle malattie cardiovascolari, in nessun altro campo è stata raggiunta una riduzione di mortalità da malattie cardiovascolari come quella ottenuta in campo cardiologico. Per cui, è di particolare importanza l’attività della comunità cardiologica, in questo senso.

D. – Quali saranno – se ci saranno – le novità in questi giorni di congresso?

R. – Si riuniranno oltre 35 mila delegati provenienti da 140 Paesi, che condivideranno le più aggiornate informazioni scientifiche in campo cardiovascolare: dalle nuove tecnologie, alle problematiche sulla cardiopatia di genere, agli effetti della crisi finanziaria e sociale sulla salute cardiovascolare, alle problematiche relative alla prevenzione, a partire dalla prima e seconda infanzia, in modo tale che possiamo crescere bambini e adolescenti sani e prevenire fattori di rischio in età adulta, per arrivare poi alle cose più avanzate, come quella di utilizzare le nano-tecnologie per rigenerare il tessuto cardiaco. Quindi, c’è una vasta gamma di informazioni scientifiche che verranno condivise che vanno dalla prevenzione, alla diagnosi, ai nuovi strumenti di trattamento che, sicuramente, sono quelli che poi interessano da vicino i nostri pazienti.

D. – Quest’anno è stata scelta come sede del congresso Roma, l’Italia: è importante questa scelta?

R. – E’ importante perché dà un riconoscimento al ruolo che la comunità cardiologica in Italia ormai da decenni ha a livello internazionale. Se si è atteso tanto per avere il congresso qui da noi, in Italia e a Roma, non è dipeso certamente dal peso scientifico e professionale che la cardiologia italiana può avere avuto in questi anni, perché è stato sempre di rilievo, quanto piuttosto per un problema legato alle infrastrutture, perché questo è il più grande congresso di cardiologia del mondo e quindi ospitare non soltanto 35 mila delegati, ma anche spazi espositivi che sono veramente rilevanti in termini di dimensioni, fino ad adesso non era mai stato possibile, ora finalmente lo abbiamo visto realizzato. Quindi, da una parte c’è il riconoscimento che anche l’Italia sul piano logistico e organizzativo è in grado di ospitare un congresso di queste dimensioni; dall’altra, l’impegno da parte di tutti i ruoli internazionali perché ciò avvenisse è proprio il riconoscimento del ruolo, a livello internazionale, della cardiologia italiana.
(Radio Vaticana)

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