religione

Cuore francescano: a Foggia 280 poveri al pranzo dei frati conventuali

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 24-11-2018

Una enorme mensa, che ha ospitato circa 280 poveri, italiani senza casa e senza lavoro, famiglie rom, immigrati regolari e rifugiati extracomunitari, barboni, ospiti occasionali.

Giornata Mondiale dei poveri, Foggia, Chiesa francescana di "Gesù e Maria". Un via vai di frati conventuali e di circa quaranta volontari si adopera affinché per un giorno i più bisognosi del capoluogo pugliese possano godere di un buon pranzo e un pizzico di serenità.

Dal loro arrivo a Foggia, nel 1227, i conventuali si sono sempre distinti per una vicinanza alle persone più povere con numerose iniziative a favore dei meno abbienti. Così la seconda Giornata Mondiale del Povero, voluta da Papa Francesco, ha visto nella città pugliese un luogo simbolo proprio grazie al bello evento promosso dai frati.

LA MESSA

Prima del pranzo la celebrazione eucaristica presieduta da Padre Alessandro Matromatteo, provinciale dei Frati Minori di Puglia e Molise, con la consegna del mandato ai volontari della Caritas, del Centro "Sant'Elisabetta" e della casa di seconda accoglienza "Padre Agostino Castrillo".

IL CONCERTO

Con il Padre Provinciale e il parroco Padre Gianni Gelato, c’era anche il padre maestro dei giovani frati che hanno voluto fare esperienza di concreta condivisione, ed hanno anche improvvisato un simpatico concerto. Si è creato così un clima di integrazione, di amicizia e di ascolto vero.

DIALOGO LIBERO

Molti presenti, racconta Foggia Today, hanno avuto la possibilità di parlare e di ascoltare l’uno le difficoltà dell'altro, i problemi e anche i drammi della vita quotidiana, trovando considerazione, condivisione e aiuto concreto. Un vero e proprio evento, che premia l'accoglienza e l’aiuto concreto ai poveri, in pieno stile francescano.

IL "GRIDO DEL POVERO"

«Una giornata di festa – l'ha definita Padre Gianni - che ha consentito a tutta la Comunità di riflettere in maniera concreta su quanto sia disposta a lasciarsi compromettere direttamente dal “Grido del Povero” e su come sia possibile fornire non solo assistenza ai bisognosi ma quella giusta “attenzione di amore” che il santo Padre definisce indispensabile per onorare l’altro in quanto persona e cercare il suo vero bene».

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