religione

Nel salone papale del sacro convento di Assisi, quattro riflessioni sul cammino di Francesco come uscita di un uomo verso l'umano e l'entrata nella storia di un popolo di frati che guarda a Cristo come traccia e metodo per salvare e per salvarsi.

 

La tavola rotonda vede come primo intervento quello di Merlo che, in un excursus tra regola bollata e non bollata, rintraccia nel francescano capovolgimento della visione del monachesimo, il senso primo ed ultimo dell'evangelizzazione: il chiostro è il mondo e non più la chiusura del mondo in un chiostro o su un eremo.

 

La successiva relazione di Cardini ha saputo far vibrare le corde dell'animo di chi nel dialogo di Francesco con i saraceni, guarda al ruolo storico che la chiesa dovrebbe avere nel mondo da sempre e sopratutto nell'attuale clima di forte conflittualità ideologica, prima ancora che armata; infatti  la forza di Francesco (papa) risiede proprio nell'armarsi di dialogo con parole di accoglienza e comprensione, scevro da ogni inopportuna chiusura nel chiostro delle proprie sicurezze o di fuga sull'eremo delle proprie convinzioni.

 

Il terzo contributo è stato dato dal vicario del sacro convento, Fra' Domenico Paoletti, richiama l'importanza di una scelta, nel cammino della vita, che direzionata verso Cristo svela la natura di sé stessi. Il prelato ha sottolineato, inoltre, l'importanza di una continua scelta di conversione che rifugga dal "monoteismo del Sé" caratteristico dei selfie, scegliendo ogni giorno il cammino paradossale del dono di sé "all'altro più importante di me".

Conclude il simposio mons. Acrocca che sottolinea l'attualità di Francesco come giovane del suo tempo in cui far rispecchiare quelli del nostro, sicuri che il cammino verso la santità non esclude la fragilità, bensì la include trovando il suo completamento nella relazione con l'altro. Sottolinea inoltre la difficoltà nel cammino di Francesco e di ciascuno di noi, colmo di pensieri e ripensamenti, che conducono a scelte che cambiano la nostra vita.