Conoscete il frate che si è convertito in carcere e poi ha guidato un esercito?
Un frate che è stato arrestato, si è convertito in carcere, ha lasciato la moglie quando è uscito, e infine è stato il condottiero di un esercito. Una storia tanto incredibile quanto vera. Ed è quella di San Giovanni da Capestrano, frate minore osservante, nato in Abruzzo e vissuto nel 1400 tra Perugia e Rimini.
LA "PRIMA" VITA
Giovanni, figlio di nobili, studiò diritto canonico e diritto civile proprio a Perugia. Diventò anche giudice di questa città facendosi notare e ricordare per la sua integrità morale e imparzialità. Stava per far rientro in paese per guadagnare un po’ di denaro e così autofinanziarsi gli studi per la promozione al dottorato, quando, nel 1415 in seguito ad un conflitto tra Perugia e Rimini, cadde prigioniero. Fu imprigionato quando la città fu occupata dai Malatesta.
LA CONVERSIONE
In carcere ebbe luogo la sua conversione. Una volta libero, fece annullare il suo matrimonio - che aveva contratto qualche anno prima - e prese i voti nel convento francescano di Monteripido, in Perugia, dove conobbe san Bernardino da Siena e lo difese quando fu accusato d'eresia per la sua devozione per il Nome di Gesù.
LA PREDICAZIONE
A partire dal 1422 cominciò a predicare a L’Aquila davanti a grandi folle, che rimanevano estasiate alle sue parole e al suo entusiasmo. Folle enormi lo seguiranno anche a Roma, Siena, Perugia, Milano, Padova, Vicenza, Venezia e altre città.
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LA "SECONDA" VITA
Ma fu alla seconda metà del '400 che ebbe inizio la "seconda vita" del frate, inviato a predicare in tutta Europa.
In quel periodo il nuovo pericolo che minacciava il "vecchio continente" era costituito dall’avanzata sanguinaria e apparentemente inarrestabile dell’Islam e dei Turchi. Furono i papi Niccolò V e poi il successore Callisto III che organizzarono una crociata in difesa della fede cristiana e dell’Occidente intero minacciati dal pericolo ottomano-islamico. Ma sul campo è stato Giovanni da Capestrano, un umile frate, a raccogliere la sfida e darsi da fare, con la predicazione, per reclutare uomini. Purtroppo solo gli Ungheresi, i più direttamente minacciati, risposero al suo appello.
A CAPO DELL'ESERCITO
Con un esercito di quasi 5.000 uomini, si legge www.santiebeati.it, si mise in cammino verso Belgrado, fortezza che era stata chiusa in una tenaglia dalle truppe di Maometto II e dalla flotta turca. Fu dapprima un comandante ungherese, lo Hunyadi, dietro suo impulso a rompere l’assedio navale con un attacco che riportò pieno successo il 14 luglio 1456. Una settimana dopo arrivò anche la vittoria terrestre.
"APOSTOLO DELL'EUROPA UNITA"
E questa ebbe come protagonista assoluto Giovanni da Capestrano che guidò l’attacco. Un frate trasformatosi in generale vittorioso. Fu questa azione a difesa dell’Occidente che gli meritò in seguito l’appellativo di “Apostolo dell’Europa Unita”. Ma gli costò anche la vita. Contrasse infatti la peste e ne morì tre mesi dopo nel convento di Ilok, in Croazia. Era il 1456.
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