Confessore e direttore spirituale: fra Daniele verso la beatificazione
Porta la data di martedì 11 febbraio l’editto con cui il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, dopo aver avviato l’inchiesta diocesana annuncia l’intenzione di introdurre la Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio padre Daniele Hechich.
Con l’editto il vescovo Cipolla accoglie la richiesta del postulatore generale dei frati minori, fra Giovanigiuseppe Califano, di introdurre la Causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio padre Hechich (1926-2009), dopo aver ottenuto il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi (14 gennaio 2020) e il parere favorevole della e il parere favorevole della Conferenza episcopale Triveneto (10 aprile 2019).
SAN FRANCESCO DEL DESERTO
Stanislao Liberato Hechich nacque a San Pietro in Selve, Istria (allora diocesi di Trieste e Capodistria, provincia di Pola), il 22 giugno 1926, da Francesco e Angela Vizzel. Fu battezzato due giorni dopo la nascita.
Entrato nel seminario interdiocesano di Capodistria lo frequentò per tre anni. Alla morte del padre, chiese al fratello Barnaba, allora novizio, se poteva essere accettato presso i Frati Minori. Entrato nel seminario di Chiampo nel 1942, vestì il saio francescano il 16 agosto 1945 a San Francesco del Deserto (Burano, VE), prendendo il nome di Daniele. Ordinato sacerdote a Venezia il 29 giugno 1952.
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DOVE HA FATTO IL DIRETTORE SPIRITUALE
Diversi conventi lo ebbero come confessore e direttore spirituale di anime: Madonna del Mare a Trieste, Sant’Antonio a Gemona, San Nicolò del Lido a Venezia, Santa Maria Ausiliatrice a Treviso, Santissimo Redentore a Verona, San Giacomo a Monselice, San Francesco a Cittadella e Casa Sacro Cuore a Saccolongo.
NEL CONVENTO DI CITTADELLA
Mentre era a Treviso (nel 1958), in una gita con i giovani dell’Azione cattolica si manifestarono i primi sintomo della malattia che lo avrebbe accompagnato per tutto il resto della sua vita. Fu difficile diagnosticare la malattia, ciò avvenne dopo l’ennesimo ricovero ospedaliero nel 1961: l’arteriosclerosi a placche.
Nel convento di Cittadella sostò per diversi anni acquistando fama di confessore e consigliere di anime, fino a che il progredire della malattia lo rese non più autosufficiente; venne trasferito all’infermeria dei Frati Minori veneti, a Casa Sacro Cuore di Saccolongo (Pd), dove continuò il suo apostolato ricevendo tutti.
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50 ANNI DI SOFFERENZE
Dotato di particolari doni del Signore moltissime persone lo cercavano per il consiglio, la consolazione spirituale, una benedizione e il perdono dei peccati nel sacramento della Riconciliazione. Sopportò con eroica pazienza l’infermità che lo afflisse per 50 anni, offrendo tutto per la santificazione del clero e la conversine dei peccatori.
Morì a Saccolongo il 26 settembre 2009, dopo 63 anni di vita religiosa, 53 di sacerdozio.
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