Chiesa: ospedale da campo
Francesco raccomandava ai frati di pregare anche con le parole
"Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno”. Così termina il messaggio di papa Francesco per la XXIX giornata del malato, 11 febbraio 2021. Sono parole particolarmente importanti e preziose nel contesto della pandemia che tanta sofferenza e preoccupazione sta provocando. È in questo contesto che rileggiamo le parole finali del Vangelo di Marco, non della sua penna, ma comunque parte integrante del Vangelo e testimonianza preziosa dei primi tempi cristiani.
L’Autore di questa aggiunta deuterocanonica è stato però attento a conservare alcune caratteristiche tipicamente marciane, come l’uso del termine Vangelo (cfr. “Inizio del Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio” di Mc 1,1) e soprattutto la sottolineatura della guarigione dei malati. Il Gesù di Marco “parla con autorità e agisce con potenza”, ma quasi mai viene detto l’oggetto del suo insegnamento, a parte quello nascosto nelle parabole. Il Maestro insegna con i suoi miracoli, quasi sempre di guarigione di malati.
È quanto faranno anche gli Apostoli inviati dal Risorto nel mondo intero per continuare a proclamare il Vangelo con le sue stesse modalità. L’inizio di Mc1,1 non si riferisce ovviamente all’inizio dello scritto, ma all’inizio della lunga storia del Vangelo, che, con la predicazione apostolica, arriva fino a noi. Alleviare le sofferenze ed essere protetti dai veleni sia fisici sia demoniaci sono miracoli (qui chiamati “segni” al modo di Giovanni) che confermano la presenza del Signore nell’agire degli Apostoli e dei credenti.
Questa inclusione di tutti i credenti nel mandato missionario agli Apostoli e nei segni miracolosi che attesteranno l’accompagnamento del Signore è un allargamento originale e molto significativo. Da una parte rivela tempi redazionali più tardivi del testo, ma dall’altra manifesta uno sviluppo teologico di grande importanza: la missione apostolica e la storia del Vangelo – con il loro valore rivelativo e salvifico – continuano nella storia dei credenti, cioè nella storia della Chiesa, che ha dunque nell’attenzione e nella cura dei malati una delle sue modalità irrinunciabili.
Ne deriva quella “sacramentalità dei poveri” di cui parlava san Paolo VI, come pure la stretta vicinanza tra storia della salvezza e storia della salute. Come il Gesù di Marco non guariva solo anime, ma anche corpi, e insegnava soprattutto curando malati, così la Chiesa deve continuare a porsi come “ospedale da campo” per tutto l’uomo e per tutti gli uomini. Papa Francesco è davvero il primario di questo provvidenziale ospedale. Ai suoi frati missionari già san Francesco ripeteva di predicare anche con le parole, se necessario (FF 43).
Dino Dozzi è direttore Festival Francescano
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