religione

CHIAMPARINO: FRANCESCO IL SANTO CHE RICHIAMA TUTTI

Redazione online Mauro Berti
Pubblicato il 30-11--0001

Testo di saluto del Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino durante la festa di san Francesco 2016.

Siamo lieti e onorati di rappresentare quest’anno tutte le Regioni e i territori italiani nelle loro meravigliose differenze e varietà: la tradizionale accensione della lampada votiva sulla tomba di San Francesco vuole essere infatti un gesto di vicinanza ai valori e all’insegnamento del Patrono del no-stro Paese. Francesco infatti è il santo che, grazie alla sua testimonianza, richiama tutti - credenti e non credenti - all’amore per la natura, per i poveri, per la pace universale e religiosa. Un messaggio che non smette di essere attuale: l’attenzione per l’ambiente rappresenta oggi una delle sfide più dif-ficili per il nostro mondo, la solidarietà e l’aiuto ai poveri e agli ultimi è una dolorosa priorità dei nostri governi, alle prese con l’arrivo di migliaia di persone in fuga da povertà e mancanza di diritti e che meritano di trovare sicurezza e accoglienza sulle nostre terre.

Temi universali e di straordinaria attualità, quelli di Francesco, che devono ispirare i comportamenti di chi ha responsabilità pubbliche per guidarli attraverso scelte difficili, forse impopolari, ma so-prattutto necessarie perché giuste. Viviamo in una parte del mondo che da molti decenni conosce pace e benessere, abbiamo avuto la fortuna di ereditare dai nostri nonni e dai nostri padri una vita libera da conflitti e nella maggior parte dei casi lontana dalla fame e dalla miseria. Negli ultimi 70 anni il nostro mondo occidentale ha visto aumentare continuamente la produzione di ricchezza, au-mento che però ha portato nel tempo alla crescita di un certo edonismo e di una forte ineguaglianza distributiva. È nostra responsabilità di amministratori dunque usare la lezione di Francesco per con-trastare l’ineguaglianza con maggiore giustizia, e per introdurre nella nostra società valori nuovi, come quello della responsabilità individuale e sociale nel consumo: è solo così facendo che possiamo sperare di trasformare il rischio di declino in crescita sostenibile.

Ma veniamo ai simboli di questa cerimonia: la lampada, in bronzo e argento, che sull’orlo riporta il verso dantesco “Altro non è che di suo lume un raggio” e la dedica dei Comuni d’Italia al Santo. E poi l’olio, che incarna un ruolo altamente simbolico non solo per il suo significato spirituale ma perché rappresenta uno degli elementi caratterizzanti del nostro Paese, terra di ulivi per eccellenza. Citando il cardinal Martini “L’olio è il simbolo della fatica, della generosità e della laboriosità della gente, offrirlo vuol dire ringraziare San Francesco per quanto ha fatto per l’Italia. È un gesto che vuol essere il segno del desiderio di rinascita sociale, politica ed evangelica.”

E per la nostra regione piemontese l’accensione della lampada con l’olio delle nostre terre esprime proprio i valori di laboriosità, solidarietà e pace propri delle nostre popolazioni, come ha ricordato Papa Francesco nella sua visita a Torino l’anno scorso, quando ha affermato che “I nostri antenati sapevano bene cosa vuol dire essere roccia solida e sicura perché come testimonia il famoso poeta piemontese, Nino Costa “Siamo gente che non risparmia tempo e sudore - razza nostrana libera e testarda. Tutto il mondo conosce chi sono e quando passano tutto il mondo li guarda”.

Questo evento che celebriamo qui ad Assisi vuole essere dunque anche un auspicio perché. facendo leva sul grande patrimonio spirituale, culturale e sociale, il Piemonte possa guardare avanti con co-raggio e speranza per affrontare l’attuale tempo di crisi grazie a persone sociali e decise a riprendere con determinazione il cammino della crescita economica e sociale del nostro territorio.

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