religione

Chi è l’angelo custode che protegge dai brutti incontri?

Gelsomino Del Guercio Aleteia
Pubblicato il 30-11--0001

Era un brutto incontro, ma la piccola Cecilia non l’aveva capito. Fu il suo angelo custode a strapparla dalle mani sbagliate e salvarla da qualcosa di negativo che poteva accadergli.

A riportare l’episodio è don Marcello Stanzione nel volume “Contatti con l’Angelo Custode” (Sugarco edizioni).

GLI INCONTRI CON L’ANGELO

Cecilia Cony nacque nel 1900 in Brasile, si fece religiosa francescana assumendo il nome di suor Maria Antonia e morì nel 1937 in concetto di santità. Nei suoi ricordi di gioventù parla di vari interventi dell’angelo custode nella sua vita di bimba ingenua. Ecco come ha descritto e illustrato una delle tante esperienze angeliche vissute.

LA PASSIONE PER IL CIRCO

Nella sua Autobiografia così scrive: «Nel 1908 arrivò a Jaguarao la compagnia di un circo equestre. Piantò le tende su un grande terreno, che non era lontano da casa nostra. Per andare a scuola, passavamo di lì ogni giorno. Una sera papà ci condusse al circo. Dopo lo spettacolo, disse che non valeva un centesimo: io però ero di parere contrario. Per me il circo era la cosa più bella del mondo, e mi sarebbe piaciuto andarci ogni sera. Ogni volta che tornavo da scuola e passavo davanti al circo restavo estatica davanti al gran porto ne, e cercavo di sbirciare dalle finestre. Una volta potei vedere un pagliaccio da vicino».

“TI PORTO DA LORO”

Un pomeriggio la piccola Cecilia decise di andare al circo. E andò da sola perché le sue sorelline erano in vacanza. «Mi misi vicino all’entrata ed osservai l’affaccendarsi di uomini, donne e bambini che io non pensavo appartenessero al circo. Credevo che fossero sempre vestiti come per le rappresentazioni. Proprio vicino a me stava un uomo con una pipa in bocca. Mi rivolsi a lui, dicendogli: “Lei è il proprietario del circo?”. Disse di sì, ed io continuai: “Il pagliaccio e le bambine della mia età mi sono piaciuti molto: mi piacerebbe giocare con loro”. L’uomo si mise a ridere: mi prese per mano e disse: “Bene, vieni, ti porto da loro”».

“SCIOCCHINA, VATTENE!”

Ma in quel momento avvenne l’intervento dell’angelo custode. «Non avevo ancora varcato l’entrata principale che il mio angelo custode mi tirò indietro con mano ferma. Mi prese per la mano sinistra, con cui tenevo forte la cartella, e il proprietario del circo mi tirava per la destra, poi mi lasciò andare bruscamente e mi respinse, dicendo: “Sciocchina, vattene!”».

IL VOLTO TRISTE DELL’ANGELO CUSTODE

Cecilia era spaventata scappo’ via. «Quando fui vicino a casa mia – ricorda – all’angolo della strada, diedi uno sguardo al mio angelo custode. Il suo volto non era triste, e dimenticai in fretta ogni cosa. Il mio entusiasmo per il circo era scomparso. Ora, scrivendo la storia, mi rendo conto che il mio angelo mi ha salvato. Grazie, santo Amico, grazie di cuore di essermi stato fedele, e grazie anche a te, buon Dio! ». (Aleteia)

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