politica

Mancano 10 giorni alle elezioni europee, ecco gli interrogativi

Mario Scelzo ravenna24ore.it
Pubblicato il 16-05-2019

Si terranno tra il 23 e il 26 maggio, è una delle tornate più importanti dell'Unione Europea

Mancano ormai meno di due settimane alle Elezioni Europee, un appuntamento di cruciale importanza per il futuro del Continente. Esattamente però, cosa siamo chiamati a scegliere? La Brexit influisce sul voto europeo? Concretamente, come si vota? Quali le conseguenze per l’Italia?

Proviamo a dare alcune risposte. Le prossime elezioni del Parlamento europeo si terranno in tutti gli Stati membri dell'Unione europea fra il 23 e il 26 maggio 2019, con calendario variabile a seconda dei singoli stati. Nei Paesi Bassi e nel Regno Unito, ad esempio, si andrà alle urne, giovedì 23 maggio. In tutti gli altri paesi si voterà tra venerdì, sabato e domenica.

Comunque, per evitare che l’esito di un Paese condizioni gli altri, i risultati saranno diffusi nello stesso momento, cioè a partire dalla chiusura dei seggi domenica sera. In Italia si voterà domenica 26 maggio e i seggi saranno aperti dalle 7 alle 23. Si vota per eleggere i deputati che andranno a comporre il Parlamento europeo per i prossimi cinque anni e rappresenteranno gli interessi dei cittadini dell'Unione europea.

Il numero dei deputati di uno stato membro è calcolato in base alla sua popolazione; tuttavia si va da un minimo di 6 (Cipro, Estonia, Lussemburgo e Malta) a un massimo di 96 deputati (Germania) per ciascuno stato. Il Parlamento europeo legifera su materie che toccano la nostra vita di tutti i giorni, come: agricoltura e pesca, sviluppo regionale, protezione dei consumatori e sicurezza alimentare, trasporti, ambiente ed energia, salute, cultura, istruzione e formazione, commercio, concorrenza, ricerca e innovazione.

Ai parlamentari europei compete anche la scelta del Presidente della Commissione Europea. I singoli partiti hanno già indicato alcuni candidati (per citare i due gruppi più presenti nell’ultimo parlamento, i socialisti hanno proposto l’olandese Frans Timmermans, i popolari fanno il nome del tedesco Manfred Weber), anche se probabilmente, causa l’assenza di un partito con la maggioranza assoluta, saranno necessarie scelte di mediazione tra le varie forze politiche.

Il numero dei parlamentari da eleggere si intreccia col tema della Brexit. Noi cittadini europei siamo chiamati complessivamente ad eleggere 751 parlamentari, tra questi 73 del Regno Unito, ma di fatto è già stato stabilito che in caso di futura Brexit il numero dei parlamentari scenderà a 705. I seggi spettanti al Regno Unito verrebbero in quel caso in parte redistribuiti (27) tra gli stati membri dell’Unione ed in parte (46) riservati ai futuri stati membri dell’Unione (esempio, paesi come l’Albania e la Macedonia, o la stessa Turchia, che hanno chiesto l’adesione alla Comunità Europea).

Come saprete, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione è al momento rimandata al 31 Ottobre 2019, in sostanza, pur non avendone troppa voglia il Governo di Sua Maestà la Regina è costretto a prendere parte al voto europeo. Di fatto si tratta di una sconfitta della premier Theresa May, che chiede l’uscita del suo paese dall’Unione Europea ma prende parte alle elezioni del prossimo parlamento dell’Unione.

Veniamo ora all’Italia, chiamata a scegliere 76 parlamentari da mandare a Strasburgo. Il territorio italiano è diviso in 5 circoscrizioni (Italia Nord-Occidentale, Italia Nord-Orientale, Italia Centrale, Italia Meridionale, Italia Insulare), che in maniera proporzionale eleggeranno rispettivamente 20, 15, 15, 18 ed 8 parlamentari.

Le elezioni europee prevedono la soglia di sbarramento al 4%, a grandi linee sono sicuri di superare la soglia di sbarramento solo 4 partiti (Lega, M5S, Pd, Forza Italia), c’è curiosità di sapere se alcune forze politiche (si pensi a Fratelli d’Italia, a +Europa, alla Sinistra) saranno in grado di superare tale soglia.

Altre indicazioni importanti.La prima, non è consentito il voto disgiunto, non è possibile (al contrario ad esempio delle elezioni politiche) votare per una lista ma per il candidato di un partito concorrente.

La seconda, all’interno di ogni singolo partito è possibile assegnare 3 preferenze, ma con differenza di genere, ovvero 2 uomini ed una donna, o viceversa. Sarà considerato nullo il voto dato a 3 candidati dello stesso sesso.

Terza indicazione, i partiti hanno indicato dei capilista, ma a differenza delle politiche, si tratta di semplici “consigli” e non di obblighi. Esempio concreto, se Forza Italia nella circoscrizione centrale eleggerà 3 parlamentari, non saranno eletti in automatico i 3 capilista (Tajani, Mussolini, Buonsangue) ma i 3 parlamentari con più voti di preferenza, mentre nelle ultime elezioni politiche era presente il cosiddetto listino bloccato, in pratica i partiti hanno scelto per noi chi mandare in Parlamento.

Brevissima considerazione finale. Aldilà delle ricadute europee, è però evidente a molti che queste elezioni saranno anche un test con rilevanti ricadute sulla politica italiana. Tra i due partiti di Governo è in atto una guerra all’ultimo voto per ristabilire i rapporti di forza nella coalizione e direi per valutare la tenuta della stessa.

Forza Italia andrà avanti con Berlusconi? Il Pd di Zingaretti è in ripresa? Il Governo andrà avanti? Ci saranno sorprese, partiti magari minori che supereranno la soglia del 4%? Nello specifico poi, il voto di preferenza servirà anche a “pesare” le varie correnti dei singoli partiti e contestualmente a far emergere nuovi potenziali leader degli stessi. Insomma… ne vedremo delle belle! 

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