opinioni

Tu ci sei necessario

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001



Diversi sono i presepi che nel mondo vengono allestiti. Anche qui in Assisi dalla comunità Francescana Conventuale nel complesso monumentale del Sacro Convento di Assisi ne vengono proposti diversi: sul prato, in Chiesa, sulla piazza. Non mancano le rappresentazioni di presepi artistici legati al linguaggio contemporaneo e ai simboli dei nostri giorni. Penso a quello di Kurt Laurenz Metzler, autore svizzero nato 49 anni fa, con il suo Presepe Metropolitano. Ho letto diverse recensioni di uomini di cultura di uomini di chiesa a cui non è piaciuto, come invece è stato trovato interessante da molti altri. Personalmente il messaggio che esso ha proposto all'opinione pubblica, italiana e internazionale, è stato davvero forte e interessante. È stato un messaggio forte perché i diversi personaggi che rappresentano l'uomo moderno, dinanzi al Bambin Gesù, dinanzi al mistero del Natale, sono tutti distratti. Chi preso nei suoi problemi, chi pronto per altri viaggi, chi intento a navigare nel grande mondo di internet, chi preso da altre faccende. La sintesi è che Gesù viene a noi, desidera parlare con noi, desidera starci accanto e trova gli uomini affaccendati in altre cose e in altre case e non attenti alle cose e alla casa del Padre. Praticamente distratti dinanzi a quella che Francesco chiama “la Festa delle Feste”. Francesco che nel dire la parola del Bambin Gesù si leccava le labbra e, per richiamare l'attenzione degli uomini del suo tempo, inventò il presepe. Se questo è il messaggio forte, dicevo pocanzi che c'è anche un messaggio interessante. Migliaia di persone dinnanzi al presepe di Metzler ponevano una domanda: cosa rappresenta questo presepe? E i frati a dire, a catechizzare, ad esercitare il ministero pastorale, affermando che nel presepe contemporaneo, Gesù viene, ma l'uomo è distratto. Con questa affermazione i pellegrini entravano in chiesa; un'affermazione che, sono convinto, ha lavorato, trivellato il terreno di tante persone, facendoci comprendere quello che il celebre drammaturgo tedesco Bertolt Brecht ebbe a scrivere: “Oggi siamo seduti, alla vigilia di Natale, noi, gente misera, in una gelida stanzetta, il vento corre di fuori, il vento entra. Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo: perché Tu ci sei davvero necessario”. Ecco, il Natale desidera dirci ciò che ci è davvero necessario: una relazione feconda, piena di vita nuova con il Signore Gesù che ci carezza, che lenisce le nostre ferite, che ci perdona, per ricominciare sempre e comunque. Ecco l'unico necessario, Gesù. Quel Gesù amato, vissuto e annunciato da Francesco d'Assisi.

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