opinioni

Andare, vedere, ascoltare, incontrare, condividere, raccontare

Nello Scavo Unsplash
Pubblicato il 25-01-2021

Gli inviti di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali  

L’immagine del reporter che consuma la suola delle scarpe è molto suggestiva. Ma il Papa non ha voluto semplicemente rivolgere un omaggio alla nobile e difficile professione dell’inviato speciale. Sarebbe un’interpretazione riduttiva e autoreferenziale. Le sue sono parole rivolte a tutti i comunicatori. Che si tratti di ciò che accade dietro l’uscio di casa, oppure le grandi crisi internazionali. E’ in fondo un richiamo alla vocazione e alla missione autentica del nostro mestiere. Un appello al giornalismo e a una comunicazione di servizio e di prossimità. “Ogni strumento è utile e prezioso”, scrive il pontefice solo se ci spinge davvero ad “andare e vedere” ciò che altrimenti resterebbe sconosciuto o noto solo parzialmente, ma con lo scopo di condividere e far circolare le conoscenze.

Il Papa nel suo messaggio indica continuamente la via dell’incontro.  Allo stesso tempo la riflessione del pontefice è un monito, perché non è sufficiente il mero “recarsi sul posto”. Francesco ci chiede di più: “abitare la relazione”. In altre parole, condividere almeno  un pezzo di strada con i protagonisti dei nostri racconti. Dice il Papa che “per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga”.

Non mi lascia certo indifferente l’omaggio ai giornalisti che corrono dei rischi in tutto il mondo. Nostri colleghi che il Bergoglio ringrazia e incoraggia. Ma il Papa si rivolge in fondo all’intera filiera dell’informazione. A poco varrebbe il reportage di un inviato, le immagini dei fotoreporter, il resoconto filmato di documentaristi e registi, senza l’osmosi con i colleghi in redazione, con cui condividere e dare struttura organica alle informazioni raccolte. C’è poi anche un invito agli editori. Perché in fondo sono essi, specie all’epoca della bulimia informativa da social network, di quella che Bergoglio definisce “eloquenza vuota”, a decidere se investire oppure ridimensionare quel  bisogno di “andare e vedere”. Troppo spesso, anche a causa della crisi dell’editoria, si preferisce invece scegliere un giornalismo “senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni”.

Smarrire questo spirito significherebbe non solo danneggiare l’informazione,  ma come ricorda ancora il Papa, una perdita “per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità”. Da giornalista di Avvenire, poi, mi tocca molto la preghiera che Papa Francesco ha voluto offrire in conclusione del messaggio, che si chiude con una invocazione: “l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto”.

 

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA