Mattarella: Papa Francesco punto di riferimento in un mondo cambiato
Civiltà Cattolica: intervista al Presidente della Repubblica
“Papa Francesco è certamente un punto di riferimento, e la parte svolta nel mutamento delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, i suoi richiami all’Unione Europea fatti con molta franchezza – anche opportunamente rudi in qualche passaggio -, sia nel discorso per il premio Carlomagno, sia in quello al Parlamento europeo, sono la dimostrazione di quanto egli rappresenti un punto di riferimento”, così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un’intervista rilasciata a “Civiltà Cattolica”, in occasione del numero 4000 della rivista, di cui “Avvenire” oggi pubblica ampi stralci.
Per Mattarella, Francesco è un punto di riferimento “perché è amato, in misura molto ampia, non soltanto da credenti, ma anche da non credenti; perché appare credibile e ispira fiducia”. Il capo dello Stato spiega di aver ricevuto la lettera del Papa in cui il Pontefice chiede di valutare la possibilità di atti di clemenza e di aver riguardo alle condizioni dei reclusi.
“È un messaggio di particolare rilievo – sottolinea -, da tenere in gran conto, perché coglie l’aspetto più importante della punizione che lo Stato infligge a chi ha commesso reati: quello della rieducazione e del recupero dei condannati”. E, riguardo i migranti, il presidente ricorda che “quello migratorio è un fenomeno che non è possibile rimuovere”, e che è necessario “organizzare in Europa, in maniera più intelligente, l’accoglienza e l’integrazione”, evitando alcuni errori come “consentire che si creino ambienti, luoghi di emarginazione, ghetti per gli immigrati e per le successive generazioni, che li facciano sentire emarginati dalla società”.
Per evitare di creare “sacche di emarginazione” che sono “ingiuste, ma anche foriere di pericoli”, Mattarella invita a una “scelta coraggiosa”: “non parlare più di ‘seconda generazione di immigrati’, ma di ‘italiani di altra origine'”.
Parlando dei giovani, il presidente sottolinea con forza che “Non soltanto c’è la consapevolezza dell’esigenza di garantire ai giovani una certezza di prospettive, ma che si avverte anche l’esigenza che si impegnino in maniera attiva nella vita istituzionale e politica”. Un’esigenza che nasce dalla constatazione di una loro “sorta di rifiuto dell’impegno politico, mentre è molto più ampio l’impegno sociale”. Ma, avverte Mattarella, l’impegno politico dei giovani “è necessario, anche per divenire essi stessi protagonisti delle scelte che li riguardano”. (Agensir)
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