Ad Assisi per imparare l’economia di San Francesco
Al via Percorsi Assisi, la prima scuola di economia interuniversitaria
Frate vento e sora acqua, frate sole e «sora nostra matre terra» erano gli elementi cantati da San Francesco nel suo Cantico delle Creature, versi in cui si possono quasi riconoscere il profilo e i colori della valle di Assisi, la città dove nacque, visse e morì nel 1226. Colori che diventano più morbidi in questa fine d’estate, in campi che si preparano al riposo dell’autunno, e che ispirano anche la mente (o lo spirito, per chi vi crede) a un contatto, quasi un abbraccio con quella stessa natura.
La cittadina umbra è dunque sembrata il luogo perfetto per dar vita, proprio in questi giorni, a “Percorsi Assisi”, la prima Scuola di Economia interuniversitaria, sviluppata dalle università Luiss Guido Carli, Alma Mater di Bologna, Politecnico di Milano e Federico II di Napoli, in collaborazione con l’Istituto Teologico e il Sacro Convento di Assisi: inaugurata ieri per chiudersi l’8 settembre, accoglie nel Sacro Convento adiacente alla Basilica 50 studenti di tutta Italia per discutere di economia circolare e sostenibilità.
Temi che oggi avrebbero appassionato lo stesso San Francesco, e affrontati in un contesto “slow” di silenzio, riflessione, parole misurate. Nel programma della settimana sono previsti incontri con il premio Nobel Muhammad Yunus, un laboratorio di “economia francescana”, la visita al “borgo dello spirito” di Solomeo, sede di Brunello Cucinelli a 35 km di distanza, e quella al progetto La Semente nella vicina Spello, che offre prodotti agricoli ma anche un progetto di accoglienza per persone autistiche.
Il tempo per scoprire e apprendere sarà accompagnato da quello per pensare e contemplare, altro verbo caro al santo di Assisi: ecco allora la passeggiata mattutina nel Bosco di San Francesco, 64 ettari di natura (e bene Fai) che si estendono a fianco della Basilica con edifici medievali, un mulino dei primi del Novecento che oggi ospita una trattoria ma anche il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, installazione di 121 ulivi disposti a doppio filare a simboleggiare l’unione fra cielo e terra, e la una visita all’Eremo delle Carceri, antico romitorio a 800 metri sulle pendici del Monte Subasio dove San Francesco si ritirava in contemplazione.
E poi una visita notturna alla Tomba di San Francesco, nella Basilica Inferiore, e la visione del codice duecenetesco che contiene il più antico testo del Cantico delle Creature, custodito nella Biblioteca del Sacro Convento. Assisi è «una gran bella cosa per chi intende la natura e l’arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia, con gli affetti degli uomini», scrisse Giosué Carducci. E anche per chi prova a immaginare un’economia più giusta per l’umanità e il suo fragile pianeta.
Chiara Beghelli - Il Sole 24 Ore
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