TRAMUTARE L'INFELICITA' IN GIOIA
Caro Direttore,
ho deciso di scrivervi una lettera anche se faccio degli errori, spe- ro la accettiate comunque anche se non scrivo bene. Mi chiamo Stefano e sono epilettico da cir- ca 6 anni. Ho il 45% delle facoltà ma io lo accetto, lo devo accetta- re perché non mi voglio nascon- dere come le altre persone che soffrono di questa malattia. Io mi ricordo ancora il mio passato e volevo essere anche io prete e studiare per questo. Ora non ci riesco perché la malattia mi fa pensare molto lentamente. Pur- troppo lo devo accettare, la vita va avanti lo stesso. Mi piace sa- pere come si vive nei conventi, fin da piccolo mi sarebbe piaciu- to viverci o vivere con voi. Pec- cato che non abbia funzionato, ma leggervi mi tiene impegnato e spesso leggo anche la Bibbia. Vi saluto.
Stefano (SA)
Caro Stefano,
ho letto attentamente la tua let- tera che tratta un tema impor- tante, quello dell’accettazione che è possibile solo attraverso la riconciliazione. Riconciliar- si dunque anche con se stessi e accogliere ogni evento della nostra vita come occasione per comprenderci e “possederci”. Comprendere il messaggio è scorgere come ogni elemento negativo può trasformarsi in positivo, se sappiamo cogliere ciò che di divino vi è insito. Gli eventi negativi che ci capitano non sono fini a se stessi ma aprono una porta verso nuove consapevolezze. Ad esempio le difficoltà che hai vissuto non ti hanno impedito di incontra- re san Francesco e viverlo con profondità. Ho avuto modo di conoscere molte persone che, accettando il loro passato do- loroso, hanno tramutato la loro infelicità in gioia. Mi fa piacere che apprezzi la nostra rivista. Per te la nostra una preghiera sulla tomba di san Francesco.
Un caro saluto di pace e bene
padre Enzo Fortunato
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