MIGRANTI, DA PROBLEMA A CATASTROFE
Caro Padre,
seguo sempre con attenzione la sua rivista e i suoi interventi in televisione. Le scrivo questa lettera per esprimere la mia preoccupazione riguardo all’attuale crisi della migrazione umana che si riversa verso l’Europa. Ritengo che la situazione attuale sia difficile ma insignificante rispetto a quanto si prepara nei prossimi anni. Le condizioni di miseria e sfruttamento dei vari Stati africani unite al clima che vede la desertificazione aumentare determineranno , assieme ad un aumento vertiginoso delle nascite in Africa, una emigrazione biblica e a nulla varrà la creazione di barriere di cemento e filo spinato. metà Africa si riverserà nel mediterraneo . Non si parlerà più di come sistemare migliaia di persone ma di milioni di esseri umani perseguitati da fame e sete. Questo aumenterà le tensioni in tutto il mondo, con conseguenti scenari catastrofici. Cosa fare di fronte a tutto ciò? Il problema va affrontato da subito promuovendo una nuova economia in Africa, nuove politiche di sviluppo, centri di ricerca che promuovano scoperte in campo agricolo e idrico come sta facendo Oxfam ad esempio, grazie agli impianti di conversione di acqua piovana in acqua potabile.
Occorrerà creare nuove strutture incrementando la ricerca e consentendo alle popolazioni di vivere nella loro terra, in pace e con piena dignità. La Chiesa e papa Francesco possono fare tanto alzando la loro voce anche in campo internazionale (Onu e Fao) e religioso. Con i migliori saluti, attendo fiducioso un suo cortese riscontro, sperando un giorno di incontrarla.
Lorenzo (RM)
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Caro Lorenzo,
hai ragione. Il periodo storico è difficile. Forse viviamo una delle crisi più gravi di tutti i tempi ma sono proprio le difficoltà a spingerci a dare il meglio di noi stessi. A essere consapevoli di ciò che abbiamo per condividerlo con chi non possiede nulla. A piccoli passi tante realtà si stanno muovendo in questo senso. Non sono forse le più conosciute ma si adoperano perché possiamo tutti vivere un mondo più giusto. Hai ragione a sottolineare l’importanza di grandi figure del nostro tempo: papa Francesco e molti come lui possono essere in grado di muovere le coscienze dei potenti, ma anche le nostre. Quella che può sembrare una “invasione” non è se la guardiamo con gli occhi dei fratelli e con i gesti di accoglienza. Sicuramente, è necessario lavorare a priori. Fare in modo che queste persone che lasciano con dolore la loro casa (certe volte lo dimentichiamo!) possano vivere in pace, in ricchezza la propria terra di origine. E’ un grande lavoro, che richiede grande impegno ma confido che il bene possa prevalere, che le coscienze si illuminino grazie anche a Papa Francesco e a chi fa della Misericordia un faro di vita. Sentiamo spesso la loro voce alzarsi in favore dei più deboli e della giustizia globale per sanare debiti economici, le carenze di acqua o di cibo, per evitare lo sfruttamento di bambini, di donne e di poveri.
A noi non resta che sperare che questa voce venga ascoltata per un’equa distribuzione dei beni e per un sempre meno ampio divario tra nord e sud del mondo.
Un caro saluto di pace e bene
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