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Testimonianza/La catechesi fatta in campo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001



La scenetta è di quelle divertenti e interessanti. Don Andrea, giovane prete, è arrivato all'Oratorio San Pjotaso da poche settimane. Mentre stiamo passeggiando nel cortile incontra Fabio, un giovane sui 20 anni faccia acqua e sapone.

«Ehi - gli dice sorridente don Andrea - complimenti per la catechesi di domenica». «Guardi don, che forse si confonde... Io sono Fabio e faccio l'allenatore della squadra dei giovanissimi, non il catechista».
«So bene chi sei e che cosa fai. E domenica ti ho visto quando salutavi i tuoi ragazzi, uno per uno, con una bella pacca sulle spalle e un gran sorriso quando sono arrivati al campo; ti ho visto correre a consolare il nostro centravanti quando ha sbagliato il rigore. Ho visto come ti guardavano. Ti ho sentito dirgli che, dopo la partita, che tu saresti andato alla Santa Messa delle 18 e che li aspettavi. Non penserai mica che quello che hai fatto sia semplicemente allenare? Hai dato a loro e a me una bella lezione di catechesi e devi esseme orgoglioso».

Forte, questo Don Andrea. Il fatto è che ha anche ragione!

A sentirlo mi veniva in mente una vecchia storiella dedicata a San Francesco.

Un giorno, uscendo dal Convento, San Francesco incontrò Frate Ginepro, che era un frate semplice e buono.
San Francesco gli disse: «Vieni, andiamo a predicare». «Padre mio - rispose il frate - sai che ho poca istruzione. Come potrei mai parlare alla gente?». Ma poiché San Francesco insisteva, Frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la città. Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola con gli anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante recipiente pieno d'acqua. Pregarono in silenzio per tutti quelli che lavoravano nelle botteghe e negli orti.
Dopo parecchie ore San Francesco disse: «Frate Ginepro è ora di tornare in convento». «E la nostra predica?». «L'abbiamo fatta» rispose sorridendo il Santo.

Non è con le parole, con i discorsi, con i grandi concetti che riusciremo a dare più forza alle valenze educative dello sport. Serve la testimonianza quotidiana di dirigenti, allenatori, animatori. Una testimonianza fatta di piccoli gesti, di piccole attenzioni, capace, nella sua semplicità, di parlare dell'amore di Dio e dei grandi valori della vita. Una testimonianza capace di lasciare "segni indelebili" nella vita dei ragazzi. Il mister che ha avuto all'oratorio, uno non lo dimentica mai. Chiedete ai ragazzi per conferma.
(Avvenire)

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