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L'indagine dello Studio Censis su Assisi

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



IDEE

Una città vecchia?

Per quanto in questi ultimi anni si siano fatti molti sforzi per rinnovare l'immagine della città, nell'immaginario collettivo, Assisi sembra essere un luogo "vecchio", un luogo di pellegrinaggio, un po' cupo, gotico.
Per altri versi la città sa proiettare un'immagine di se "potente", di bellezza fisica e di emozioni forti che non deluderanno il visitatore. Spesso l'immagine mediatica non regge al confronto con la realtà e il turista si sente tradito perché quello che vede non corrisponde a ciò che si era immaginato.

Prima di tutto il centro storico

Riscoprire la monumentalità "laica" di Assisi vuol dire prima di tutto riscoprire il suo centro storico, un centro storico che non ha un'anima, e disabitato e risulta essere nient' altro che le vie che uniscono le basiliche e i luoghi spirituali.
Il centro storico ha perso in questi ultimi anni parte della sua popolazione e in parte anche un po' della sua "anima", manca un tessuto sociale vivace, ha perso il suo artigianato, deve collegarsi alle piccole città del centro Italia, per la sua qualità della vita, come Todi, ma proprio per questo deve avere una qualità della vita reale e autentica, non solo presunta ed immaginaria, solo così sarà possibile immaginare uno scambio di esperienze col visitatore.

Da luogo di passaggio a meta diversificata

Assisi e ormai diventato un luogo di passaggio, una tappa per i turisti in viaggio tra Roma e Firenze o che compiono un giro per l'Umbria, una "tappa obbligata" certo, ma non una vera e propria meta turistica.
L' ospitalità è al massimo un 3 stelle anche se formalmente un 4 c' e concorrenza verso il basso. Dipende anche dal fatto che i flussi sono regolati da operatori che tendono a ridurre sempre pili i prezzi, una corsa al ribasso che abbassa anche la qualità dei servizi. C' e poca forza contrattuale rispetto a questi operatori da parte dell' offerta locale. C'e anche molto individualismo, non si e riuscito in questi anni a creare un sistema di offerta turistica locale, la politica degli sconti ha innescato meccanismi anche un po' autodistruttivi; si e affievolita la volontà di investire, ma soprattutto di ricercare obiettivi comuni.

Riappropriarsi della città

Sulla città aleggia un senso di espropriazione e di abbandono, gli assisani non vivo no pili Assisi, da tempo non risiedono pili nel centro storico, ma ormai non lo vivono più come un patrimonio proprio; i primi destinatari di un richiamo da Assisi devono essere gli assisani, non solo mostrare loro i monumenti o i musei più importanti rinnovati, ma anche le strade le piazze e i vicoli.
Nel circondario c'e maggiore innovazione nell'accoglienza. E una città un po' meta, un po' luogo di passaggio, le visite sono sempre assai brevi e frettolose, gli abitanti spesso si sentono "logorati" dal continuo andirivieni, si dovrebbe trovare il modo per avviare uno scambio, anche il cittadino residente si sentirà arricchito se il visitatore porterà con se non solo il ricordo di una visita o anche di un' esperienza pro fonda, ma il ricordo di uno scambio di esperienze.
Ad Assisi c'e poca disponibilità a promuovere iniziative dei singoli, dare spazio a coloro che vogliono esprimere gesti di amore verso la città; ma anche poca disponibilità dei singoli a mettere in rete le loro iniziative. Serve l'iniziativa di gente che viva la città e che sappia far vivere la città, chi non risiede nel centro storico sta "un passo indietro", rispetto a chi vive fuori, dare pili spazio a chi vive in centro. Anche il turista ha l'impressione di un patrimonio enorme che non ha un padrone. E il Pincio di Assisi che ora e chiuso? Mancano i luoghi aggregativi, specialmente per gli anziani, eppure il Pincio rimane inutilizzato. C'e un certo immobilismo sui progetti, specialmente sulle nuove iniziative, E una città ferma, manca un trascinatore, c' e poco spazio per gli entusiasti. Manca soprattutto una capacita locale di incoming, non a caso quasi tutti gli itinerari ciclistici sono gestiti direttamente da operatori esteri che predispongono i pacchetti e Ii vendono, specialmente in Germania. Serve una cultura dell'accoglienza pili professionale.
Le chiese sono spesso chiuse, la sera c' e poco da fare, se esistessero iniziative anche la sera la gente sarebbe pili stimolata a restare. II cuore verde d'Italia! Si e lavorato, come spesso in Italia, molto sull'hardware, sui contenitori e poco sul software, cioè sui contenuti. Con la complicazione che il patrimonio ora e fortemente disperso, con oltre 100 musei locali in Umbria. Serve pili sistema, saper coniugare meglio grandi eventi, comunicare, fare rete, troppe iniziative disgiunte.

Promozione

Ha funzionato la promozione fatta autonomamente da alcuni operatori turistici, anche i percorsi religiosi possono essere promossi meglio, e necessario "rialzare la testa" e smettere di compatirsi chiedendosi quando toneranno i turisti; occorre una tecnica di comunicazione e quindi la definizione di un prodotto.
In parte e uscita dall'immaginario collettivo, ha un'immagine "vecchia", il riconoscimento UNESCO non ha prodotto ritorni concreti da questa punto di vista. Manca poi un centro di produzione culturale, di elaborazione come era la Cittadella di qua1che anno fa. II comune mette la sua etichetta su tante iniziative, ma senza una sua strategia di fondo.

Monumentalità laica

Di seguito segnaliamo alcuni monumenti su cui poter contare per avviare iniziative culturali legate all'immagine di Assisi "non direttamente religiosa"
1. Tempio di Minerva
2. Foro Romano
3. Teatro
4. Anfiteatro
5. Cripta di san Rufino
6. Terrazzamento superiore di san Rufino
7. Terme di Santureggio
8. Casa di Properzio
9. Le reti viarie romane
10. Rocca Maggiore
11. I castelli del circondario come quello di Tordibetto
12. Monte frumentario
13. vicoli, porte e mura medievali
14. pinacoteca comunale
15. Museo Pericle Fazzini
16. Museo Perkins

A questi monumenti dobbiamo poi aggiungere i monumenti ambientali del Monte Subasio e del Parco. Ma devono uscire dall'ombra, sono misconosciuti, anche camminando per la città non si vedono, lo stesso Foro si fa fatica ad identificarlo. L'anno scorso la Rocca Maggiore e stata visitata da oltre 63.500 persone, per il Foro i dati sono ancora troppo recenti perche e state aperto a settembre scorso.
Nel Grafico successivo si mostra come i flussi di presenze nel pili importante luogo "laico" di Assisi, abbiano la tendenza ad una minore concentrazione stagionale, rispetto ai picchi di presenze nella città.

Diversificare

Bisogna diversificare l' offerta turistica, inserire nuovi prodotti nel "brand" tipico di Assisi, in collegamento con altre iniziative. Certamente puntare sul culturale, ma anche sull'enogastronomico, il vino, la natura, l'endurance ha funzionato, bisogna quindi puntare su degli eventi. Anche se Assisi non e città unidimensionale. Quella dell' Unesco non e solo un'etichetta, e una grande potenzialità che pero bisogna saper cogliere .. Ma poi ad Assisi si mangia male, non c'e un polo di attrazione da questa punto di vista, la domanda viene assorbita anche in questa caso dal circondario. Bastia e una città pili viva. Spello fa concorrenza anche sul piano dell' attrazione spirituale, e un centro molto simile, pili piccolo ma in scala.
San Francesco qualifica la città, ma un po' la ingabbia anche,la pace finisce per essere anche uno stereotipo, La città per anni si e cullata sulla sua rendita di posizione, non ha diversificato e rinnovato l'offerta e lentamente ha invecchiato il suo prodotto, e cosi c'e state un appiattimento verso il basso, anche l'offerta commerciale e di bassa qualità, la vita sembra svolgersi più a Santa Maria che nel centro. Far percepire Assisi come una destinazione diversa. Come si può fare intrattenimento, turismo ambientale, lo sport, la programmazione del Teatro a Santa Maria e di buona qualità e può essere messo in relazione. Anche perche sente la "concorrenza" con altre mete di pellegrinaggio francescano. Non ci sono pili eventi di alto livello.
Un turismo anche congressuale e alle porte, ma non può rimanere avulso dal resto della città. C'e poi una cultura moderna dell'accoglienza? Cultura della cortesia, del servizio orientato al visitatore, della puntualità.

Città della pace

E forse la prima e pili forte caratteristica "laica" dell'identità assisana, la pace come val ore civile e sociale. Ma e anche un tema già molto usato, il "posizionamento" sulle tematiche della pace deve essere in qualche modo nuovo, non può cioè essere un premio o una manifestazione, ma il riferimento e molto forte, esperienze di pace possono essere anche minute, spicciole, personali. Una mostra di opere d'arte sulla pace può essere I' occasione per inventare esperienze personali di riappacificazione.

Culla Medievale

La città e interamente rinnovata, e conservata come se fosse ancora nel '300, da questa punta di vista e una culla medievale, un luogo in cui si può tornare a quell'epoca ma non c'e nessuno che la promuove nel mondo. Il medioevo laico e un tema che potrebbe avere forte attrattiva, anche perche ben si collega agli aspetti religiosi senza esaurirsi in essi. Esiste un'identità laica della città già nel medioevo, l' Assisi del tempo di Francesco era assai diversa dal carattere del Santo, una città prospera, ricca e commerciale.
In questa momento i centri storici presentano una forte attrattiva, con eventi culturali e artistici. Già il calendimaggio e una riscoperta di questa aspetto, ma e estemporaneo, una ricostruzione della vita in città al tempo di Francesco, sottolineando gli aspetti civili, pre-borghesi, anche per capire il mondo da cui Francesco è uscito, sia ne senso di rottura con quel tipo di vita, sia nel senso di filiazione, perche Francesco e figlio di quel mondo.

I camminatori

Lo sviluppo recente della Via franchigena di san Francesco, la struttura delIa città, la sua posizione geografica, fanno di Assisi una potenziale capitale dei camminatori europei. La via e ormai completamente aperta, la si può percorrere senza interruzioni.
E una spiritualità che va oltre la spiritualità solita, e lentezza e sostenibilità, ma anche sport ed ecologia delIa mente. II camminatore normalmente ha uno stile di viaggio molto frugale, ma una percentuale non esigua potrebbe chiedere anche alcuni servizi aggiuntivi, come una buona cena, 0 alloggiare in una struttura di qualità o regalarsi un momento di relax. E possibile immaginare la creazione di eventi legati al camminare, sfruttando il gemellaggio con Santiago, una "fiera del camminare", che ne mostri la storia, i benefici, Ie tecniche, che raccolga varie esperienze suI tema, come sono stati promossi e attrezzati i tanti cammini che esistono ne! mondo,un festival delIa letteratura del camminare o comunque del viaggio, un premio letterario per un diario di viaggio fatto camminando, rassegne di trasmissioni suI tema.
Un raduno mondiale dei camminatori! E .comunque una vacanza slow, un modo per prendersi una pausa. Da la possibilità di destagionalizzare in parte i flussi turistici, prima di tutto perche agosto e troppo caldo e poi perche potrebbe rivolgersi ad un pubblico di giovanissimi che hanno la possibilità di anticipare a fine giugno inizio luglio Ie ferie. II viaggiare lento, la via di Roma che si intreccia con la "via franchigena di san Francesco" e con la via "Assisi Roma" percorribile anche in bici. Se si pensa che per il cammino di Santiago annualmente si muovono circa 3 milioni di persone e che tale cifra, date Ie caratteristiche assai simili, potrebbe essere raggiunta anche nelle varie vie che passano per Assisi, con tempi di permanenza di 1-2 giorni, si possono ipotizzare 4 0 5 milioni di presenze in più suI territorio circostante.
Ma e necessario ragionare su un linea di lungo periodo, occorrono risorse, programmazione e soprattutto collaborazione tra i vari enti.

Terra dell'olio

La tradizione dell' olio e molto forte in Umbria, come del resto in tutta l'Italia centromeridionale, ma ad Assisi l'olio ha una particolare simbologia, alcuni contenitori, come la Pinacoteca Comunale, sarebbero particolarmente adatte ad ospitare rassegna sull' olio, magari affiancate a degustazioni di qualità.

Città artigianale

Recuperare la grande tradizione del ferro battuto, ha anche una funzione sociale, perche tra Ie molte persone anziane vi sono vecchi artigiani che potrebbero essere coinvolti. Insegnare ai pili giovani, mostrare come si lavorava. Il legno, la ceramica, il ferro battuto, il punta francescano, e tante altre culture artigiane, possono essere riscoperte e riproposte, sempre puntando su eventi specifici e settoriali.

Frugalità

Per certi versi percorsi enogastronomici ad Assisi sono tutti da inventare, manca una vera e propria tradizione, principalmente viene seguita la politica degli sconti o comunque dei pranzi a prezzo fisso. In realtà nessuno pensa che ad Assisi si possa mangiare bene ed e un'immagine che sarà difficile mutare radicalmente, sarà meglio puntare su alcune specialità. Anche in questa caso si potrebbe tentare di collegarsi alla specificità di Assisi, puntando a pasti "frugali" senza rinunciare alla qualità, una riscoperta dell' essenzialità nel cibo, sarebbe troppo e forse banale, parlare di "cucina francescana", ma proporre un congresso di della medicina della nutrizione su questi temi, predisponendo mostre e degustazioni, potrebbe avere un senso.
Sarebbe anche un antidoto alla società caotica in cui ci muoviamo, l'uomo moderno si trova di fronte a centinai di stimoli e di desideri che non sa pili gestire, la frugalità mentale e la riduzione dei desideri e un valido antidoto alle nevrosi moderne. N ei prossimi anni si affermerà sempre di pili un turismo low cost, forse si restringerà ulteriormente l'area del lusso; quindi la sfida sarà offrire un turismo di buona qualità a prezzi contenuti, sarà pili facile realizzare buoni margini sui servizi accessori che non su quelli base. Tra l'altro il turismo di lusso sempre tende a ricercare luoghi esclusivi, e lontano dai posti affollati.

Strategia commerciale

Ma e importante anche fare un piano commerciale, non esiste una strategia complessiva e condivisa da questa punta di vista, non ci sono negozi di qualità, boutique, l' oggettistica va salvaguardata, ma non può essere esclusiva. Certo uno stile commerciale "consumista" contrasterebbe con lo spirito della città, ma e possibile immaginare un'apertura a stili di consumo post-consumisti, ispirati alla sobrietà e alla frugalità, senza per questa perdere l'eccellenza e l'eleganza.

Il circondario

Le zone limitrofe, hanno saputo approfittare della debolezza nell' offerta turistica della città, sono state realizzate strutture nuove, con maggiori comfort. C' e un conflitto strisciante tra la città e il circondario, da un lato Assisi sa di avere una grande visibilità e quindi una grande capacita di attrazione di cui beneficia tutta la Regione, ma vede anche come molti sforzi e investimenti finiscano per beneficiare pili il circondario che la città. il quale circondario a sua volta non si impegna pili di tanto a "ricambiare", con iniziative e investimenti 0 comunque con una maggior collaborazione in iniziative che abbiano Assisi al centro. Nei confronti di Santa Maria degli Angeli si e ricreato lo stesso meccanismo Mestre/Venezia, una porta d'accesso che piano piano ha saputo offrire molti servizi e ha finito per svuotare il centro storico di vita.

Svago

Assisi non presenta opportunità di svago, e una città vecchia, con un po' cupa, la sera specialmente mette malinconia, e difficile allora parlare di wellness, di un polo d'attrazione sulla qualità della vita, anche l'università e emigrata, la popolazione e ridottissima, si ere a il paradosso per cui tutti quelli che visitano l'Umbria vogliono vedere Assisi, ma pochi sono quelli che ci vogliono soggiornare. Manca una capacita di fare intrattenimento suI territorio, la cosiddeta "economia delle esperienze", praticamente non esiste, visto che quando si parla di esperienza religiosa non la si può considerare un'economia.
L'esperienza culturale può essere consumata suI territorio, non solo fruita, il turista ha la tendenza ad accontentarsi di ciò che trova, che e già un' esperienza molto pili ricca di quel che trova abitualmente, ma questa finisce per "logorare" anche la potenza di Assisi, e il visitatore 10 sente, cerca una città e non la trova, non trova quella vita, quell'identità, quel modo di vivere.
Anche puntando al turismo congressuale e necessario immaginare offerte differenti, che non siano solo culturali, ma anche di sport e di svago in generale.

Puntare su degli eventi

Non e piùil tempo di iniziative pili 0 meno stabili 0 di gioielli da promuovere solo in forza della loro eccezionalità, sono pochissime Ie attrazioni in grado di auto-promuoversi, occorre offrire sempre qualcosa di nuovo, creare un evento che sappia fare richiamo.
Incontro tra i popoli. Nel circondario la fatica e anche legata al fatto che Assisi e un po' omogenea al territorio umbro, ma un po' e anche un'eccezione. Occorre maggiore collaborazione, lavorare insieme suI prodotto e suI circuito, recuperare il rapporto col territorio e una delle chiavi di volta per diversificare l'offerta turistica. Tematiche trasversali, prodotti d'area, sistemi, come quello delle Rocche e degli itinerari in bicicletta.

La solidarietà

La solidarietà come concerto di carità laica, fa parte dell'identità di Assisi, e un'esperienza metafisica e spirituale anche senza alcuna connotazione religiosa, trovare il modo di offirire al visitatore un'esperienza di solidarietà, magari collegandola alIa frugalità: in occasione di un particolare evento, in un ristorante di qualità un pranzo frugale e offerto allo stesso prezzo di un pranzo abbondante, la differenza viene devoluta per iniziative di solidarietà.
Un festival dell' interesse generale, una mostra sulle varie tecniche di promozione di iniziative di aiuto reciproco nel mondo, magari che vadano oltre il fundraising, cioè non solo raccolta fondi, ma vera partecipazione collettiva ad iniziative verso i bisognosi, si potrebbero coinvolgere i gestori delle reti telefoniche, premiare la campagna pili efficace 0 10 strumento pili originale.

Il turismo del dono

Anche il turismo e in fondo un donarsi, aprirsi allo sconosciuto, mettersi a sua disposizione, e un consegnare Ie chiavi della città al visitatore, non a caso nel calendimaggio c'e la cerimonia di consegna delle chiavi della città per l' avvio della festa.

Assisi Romana

Per ovvie ragioni storiche e la componete meno conciliabile con l'identità religiosa della città, ma e una presenza potente, la valorizzazione non può fare a meno di una rete dei circuiti romani dell'Umbria

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