Francescanesimo/Patti Smith, omaggio a San Francesco
Senti parlare Patti Smith della
scoperta di Giotto, dei
monasteri italiani, di San
Francesco e a un certo punto
ti puoi sentire spiazzato. Poi magari
la «sacerdotessa del rock» (ma
che fastidio le etichette!) confida
anche che ha appena composto
una lunga canzone dedicata al santo
di Assisi e allora la colleghi alle
sue canzoni per il Tibet quando fu
invaso dalla Cina, per Ginsberg e
Burroughs quando morirono, aMadre
Teresa, a Ho Chi Minh. E capisci
che ciò rientra nel suo personale
modo di vedere il mondo. E nel
suo personale modo di scrivere di
amore a di odio, di poesia, di dolori,
di follie. In questi giorni Patti
Smith è nella nostra regione. Lunedì
presenterà allo Spazio Labò di
via Frassinago 43/2c di Bologna
(ore 18.30) Just kids (Feltrinelli),
autobiografia (con foto) e soprattutto
racconto appassionato sul
rapporto tra lei e Robert Mapplethorpe.
E martedì sarà protagonista
a piazza dei Martiri a Carpi,
insieme ai Litfiba e a Elio e le Storie
Tese, della prima edizione di
IMARTs (curato da International
Music and Arts e Rock Tv. Biglietti
da 90 a 42€ più prevendita presso
circuiti TicketOne).
Torna spesso in Italia: il sospetto
è che per lei sia un paese a cui
è particolarmente legata.
«Naturalmente. Con il vostro
paese ho un rapporto stretto.
Qui ho molti amici e adoro certe
cose, come l'aceto balsamico
di Modena. Ma anche la vostra
architettura, la fotografia,
l'arte, i parchi, la
natura. Amo persino la
nebbia».
Prima del concerto di
Carpi tornerà a Bologna
per presentare «Just kids
»: che tipo di rapporto è
stato quello tra lei e Robert
Mapplethorpe?
«Avevamo 20 anni, eravamo
giovani artisti che facevano
di tutto per emergere.
La nostra fu soprattutto
un'amicizia e questo era un
libro che avrei dovuto scrivere.
Infatti quando stava per
morire gli promisi che lo avrei
fatto e questo è il preciso motivo
per cui è stato pubblicato».
Perché adesso?
«Prima era emotivamente
difficile. Mio fratello era morto,
e poi anche mio marito. Era
dura ricostruire la vita».
A quel tempo volevate cambiare
il mondo. Ci crede ancora?
«Sì. Ma possiamo farlo solo se la
gente si unisce in grandi numeri
per azioni globali di boicottaggio e
di protesta. Deve alzare la voce. A
cominciare da piccoli sforzi».
cominciare da piccoli sforzi».
Le hanno dato moltissime etichette.
Come se le sente addosso?
«Io mi sento una gran lavoratrice
e una madre. Soprattutto una
madre. Ogni definizio*ne è restrittiva.
Regina del punk rock?
Io lavoro per la mia arte e per i
miei figli».
A proposito, ora sua figlia
Jesse suona con lei al piano...
«Dopo mio figlio, ora lei.
Emozionante».
Anticiperà qualche
progetto al concerto di
Carpi?
«A Carpi, che sarà un concerto
molto forte ed elettrico, a differenza
delle altre sedi, farò molti miei
successi e una lunga canzone nuova
dedicata a San Francesco».
A San Francesco?
«Sì. Ho fatto lunghe ricerche su
Giotto, i monasteri, e mi ha colpito
San Francesco perché tra grandi
chiese, grandi affreschi, grandi crocifissi
lui portava avanti il solo messaggio
di Cristo: amore, amore,
amore».
Questa dichiarazione ci ricorda
la foto di papa Luciani che volle
mettere nel sul album «Wave»...
«Anche lui per me rappresenta il
pensiero della religione: essere semplici,
puri e vicini alle persone».
È arrivata alla musica dopo altre
esperienze, più volte se ne è allontanata.
In che rapporti è ora
con questa dimensione?
«C'era una famiglia da seguire.
Ma ora è tornata ad essere prioritaria.
E il rapporto col pubblico è la
cosa più bella».
E quello italiano com'è?
«Il migliore! Ricordo ancora il
concerto a Bologna negli anni '70.
La gente qui ancora mi saluta e mi
offre il caffè».
Che tipo è invece la Patti Smith
fruitrice di cultura?
«Ascolto molta classica. Adoro la
lirica: Verdi, Puccini, Wagner. Per
la contemporanea ascolto gli amici:
i Rem, Sinead O'Connor. Oltre ai
miei figli. Leggo anche molta poesia.
Ma l'ultimo libro è stato Revolutionary
life».
Di cosa parla?
«Della vita di San Francesco».
Ha detto che rock, sesso e politica
sono gli ingredienti per una rivoluzione...
«Avevo detto che il rock deve
contenere sesso e politica. Ci credo
ancora ma ha bisogno anche di poesia
e danza».
E la politica di cosa ha bisogno?
Cosa ne pensa, ad esempio, di
Obama presidente?
«Non sempre sono d'accordo
con lui ma Bush aveva fatto talmente
tanti danni che non si può cambiare
tutto. ma...»
Ma?
«Se vogliamo fare la rivoluzione
dobbiamo cambiare tutti».(Corriere Bologna)
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