È beato fra Mamerto Esquiú, francescano e vescovo argentino
La cerimonia di beatificazione si è tenuta a Piedra Blanca, in Argentina
Si è celebrata il 4 settembre la Messa con la cerimonia di beatificazione di fra Mamerto Esquiú, francescano della provincia di Catamarca, in Argentina. La celebrazione che si è tenuta nella spianata della chiesa di San José a Piedra Blanca, città natale di Esquiú, a causa del Covid non ha avuto la partecipazione di massa che, come informa un comunicato, sarebbe stato “il desiderio del popolo e di tutti coloro che da più di un secolo aspettano questo grande evento", tuttavia in molti l'hanno potuta seguire attraverso radio, media digitali e social network. Per la beatificazione del frate francescano, i postulatori presentarono all’esame della Congregazione per le Cause dei Santi l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una bambina affetta da “osteomielite acuta con evoluzione cronica ed artrite settica”. L’evento accadde nel gennaio 2016 in Argentina.
Villalba: seguiamolo nella sua volontà di farsi santo
A presiedere la Messa il legato apostolico Luis Héctor Villalba, cardinale argentino, arcivescovo emerito di Tucumán, accompagnato da un gruppo di vescovi del Paese. Mamerto Esquiú come religioso, come sacerdote, come vescovo "è un modello da imitare", ha affermato il porporato, "è un intercessore per noi". "La Chiesa ci dice, beatificandolo, che possiamo invocarlo e pregarlo, perché partecipa già alla felicità eterna". La sua beatificazione, ha proseguito, è un invito per tutti a camminare "sulle orme aperte da Gesù Cristo", cioè, "un invito a camminare verso la santità". E fra Mamerto Esquiú voleva essere un santo e nella sua esistenza ha cercato, soprattutto, di fare la volontà di Dio, a tutti i costi. Mamerto Esquiú era anche un sacerdote di profonda preghiera, ha aggiunto il cardinale. "Fu un vescovo missionario che si dedicò a visitare tutte le comunità della sua estesa diocesi", e fu anche "un vescovo pastore, che si distinse per la sua umiltà, la sua povertà e l'austerità della sua vita". Esquiú "era un pastore che si dava ai poveri nello stile di San Francesco. Era instancabile nell'assistere i malati e nell'amministrare i sacramenti". "Il beato Mamerto Esquiú - ha detto ancora il legato apostolico descrivendo la figura del nuovo beato - è riconosciuto come una delle grandi figure del nostro Paese per il suo patriottismo esemplare. Ha illuminato l'ordine temporale con la luce del Vangelo, difendendo e promuovendo la dignità umana, la pace e la giustizia".
Chi è stato Mamerto Esquiú
Il nuovo beato nacque l'11 maggio 1826 ed emise la professione religiosa come frate minore nella provincia francescana dell'Assunzione della Beata Vergine del Río de la Plata il 14 luglio 1842. Il 18 ottobre 1848 fu ordinato sacerdote e, dal 1850, iniziò a insegnare nel seminario di Catamarca, svolgendo anche l’incarico di padre spirituale. Stimato per la sua pietà e integrità morale, tra il 1855 e il 1862, ricoprì gli incarichi di deputato e di membro del consiglio di governo di Catamarca. Nel 1862, si trasferì in Bolivia come missionario e, nel 1864, ebbe l’incarico di insegnante nel seminario di Sucre. Papa Leone XIII lo nominò vescovo di Córdoba in Argentina. Ricevette l’ordinazione episcopale il 12 dicembre 1880. Nella sua diocesi si distinse per l’intensa vita di preghiera, l’aiuto spirituale e materiale ai poveri, lo zelo e la carità pastorale, la formazione dei seminaristi, la fondazione di confraternite e associazioni di fedeli, la predicazione al popolo e a corsi di esercizi spirituali. Mamerto Esquiú morì il 10 gennaio 1883 a Posta del Suncho, Argentina. Il decreto sull’eroicità delle virtù venne promulgato il 16 dicembre 2006.
Una vita spirituale intensa e vicinanza al popolo
Intervistato dalla redazione di lingua spagnola di Vatican News, fra Pablo Reartes, studioso della vita di fra Mamerto Esquiú, sottolinea che il nuovo beato svolse innumerevoli uffici e compiti, sia ecclesiastici che civili: fu giornalista, insegnante, deputato della provincia di Catamarca, legislatore e scrisse anche cinque sermoni patriottici in diversi momenti difficili della storia della Repubblica Argentina. Ma la cosa più importante, afferma, fu la sua vita spirituale, sull’esempio di San Francesco d'Assisi. L'eredità pastorale di questo frate francescano vive ancora oggi nel cuore della Chiesa argentina che lo ricorda come un vescovo vicino al popolo da cui è stato molto amato e che continua ad essergli devoto. "Siamo felici di essere arrivati a questa tappa della beatificazione - conclude fra Pablo Reartes - perché la viviamo come una grazia, un dono ed è un privilegio poter essere presenti qui ed essere testimoni dell'opera di Dio nel nostro caro fratello". (Vatican News)
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