UNITI MA DIVERSI. LE FAMIGLIE FRANCESCANE SI INCONTRANO A FOLIGNO
Si tratta di un cammino articolato in tre passi: delineare alcune dinamiche sociali e culturali del mondo umbro
Siamo in un tempo che cambia con velocità repentina e non sempre si riesce a stare dietro ai mutamenti. Ogni epoca, ogni momento storico ha le proprie domande e le conseguenti risposte. A volte è come perdersi in un bosco e, senza un itinerario da seguire, non è semplice ritrovare la via “giusta”. Le Famiglie Francescane dell’Umbria hanno scelto di cominciare con un cammino di comunione, animato dalle parole di papa Francesco nella sua prima visita ad Assisi: “Bravi, dovete rimanere uniti”. Tutti i francescani della regione desiderano, dunque, cercare un orientamento comune attraverso un Capitolo Generalissimo, che vede riunita una sessantina di rappresentanti delle Famiglie Francescane.
Si tratta di un cammino articolato in “tre passi”: delineare alcune dinamiche sociali e culturali del mondo umbro per proporne una lettura di fede; ripercorrere i passaggi fondamentali dell’evangelizzazione secondo l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium; mettere a tema la testimonianza di comunione come snodo fondamentale di una efficace evangelizzazione. L’occidente, principalmente, sta affrontando un processo di secolarizzazione che a causa della globalizzazione incombente sta contagiando il mondo. La società plurale di oggi è foriera di mondovisioni molto differenti tra loro e in potenziale conflitto: per vivere insieme è necessaria una intesa sui significati elementari della vita.
In questo contesto, i Francescani sono chiamati ad evangelizzare: vivere e annunciare con la vita, le opere e le parole che “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”. Evangelizzazione significa anche promozione umana integrale, liberazione dei poveri: i poveri sono l’ambito necessario per vivere in pienezza il percorso evangelizzante.
Frate Francesco ci ricorda costantemente la dinamica dell’evangelizzare. Tutta la sua persona proclama a gran voce il senso gioioso della scoperta del tesoro nascosto e della perla preziosa, vendendo tutti i suoi averi. Senza mai perdere di vista la Evangelii Gaudium come fosse la stella polare, papa Francesco richiama in continuazione lo stile familiare di una evangelizzazione gioiosa, che mette al centro la rilevanza dell’affettività. L’immagine che ricorre frequentemente nel magistero di Bergoglio è quella del pastore che deve avere l’odore delle pecore. È urgente stabilire un contatto da cui possa nascere una connaturalità ed accompagnamento fino a vivere la mistica di questo avvicinamento in cui si coglie qualcosa di Dio.
Essere Francescano in Umbria è tanto un dono quanto una responsabilità. Un dono perché in questa terra si sentono ancora i passi di frate Francesco e dei primi compagni, di Chiara e delle sue sorelle povere, di una moltitudine di frati che hanno lasciato tracce e fatti di Vangelo, unica nostra norma di vita. Responsabilità per l’essere “radicali nella profezia”. La prima profezia è dire Dio con la comunione fraterna, con la gioia del volersi bene come fratelli. La comunione tra Francescani si riconosce dalla cura verso i poveri, verso la fragilità del nostro popolo e del nostro mondo: “una fraternità povera per i poveri”.
Viviamo in un tempo sfavorevole ai poveri e quindi anche all’agire delle istituzioni, della stessa Chiesa e delle fraternità francescane. Da un lato c’è un forte apprezzamento del servizio al povero, delle forme di aiuto da prestare, del volontariato. Dall’altro c’è una cultura dell’identità che rifiuta il diverso, che lo sente come una minaccia, che lo emargina. C’è soprattutto una cultura del benessere, anche in alcuni conventi, che non vuole mettere in discussione i criteri e i comportamenti di una società dell’accumulo, del progresso, della ottimizzazione. E anche quando si raccomanda l’attenzione al migrante deve risultare che è “una risorsa”, che senza di lui non si possono svolgere certe attività, e dunque colmare le proprie lacune.
Occorre mettere al centro in modo cristiano i poveri, i piccoli e quelli che sono esclusi ed emarginati a qualunque titolo, per accoglierli, toccarli ed amarli in quanto carne di Cristo. Per non cadere nella trappola di strumentalizzare i poveri o di lasciarsi strumentalizzare, per non scadere nel buonismo che non libera dal bisogno, per guardarli con gli occhi di Gesù, è necessario percorrere la via stretta dello “spreco” oggi inconcepibile. Ossia occorre la preghiera, l’ascolto della Parola, l’adorazione eucaristica; occorre che ci si lasci contagiare dalla corrente viva e vitale del corpo crocifisso e si custodisca la memoria della sua Pasqua, come san Francesco. La trasmissione dei valori va fatta con amore, con tenerezza.
Dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”. La disuguaglianza economica nel mondo “procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria”. Oggi è impensabile un mondo migliore senza economia, ma c’è bisogno di una economia nuova, alternativa, basata sulla fraternità e sulla condivisione dei profitti. I francescani hanno tutta una storia che porta verso questa direzione: i primi economisti nel XIV secolo sono tutti francescani; loro la prima scuola economica della storia con l’elaborazione della teoria e delle istituzioni economiche del mercato, come la prima banca a Perugia nel 1462. Occorre promuovere una vera riflessione su l’economia a servizio dell’uomo, come già in atto in alcuni ambienti.
La nozione di “comunione” esprime quel che la Chiesa è nel suo essere, nel suo agire e nella sua destinazione ultima, segnato da Gesù e intimamente alimentato dal suo Spirito. I francescani sono chiamati ad intensificare e promuovere un pensiero e un’azione positivi e propositivi in quanto non si può vivere la fede senza impegnarsi a migliorare la terra in cui abitiamo che è la casa comune.
Per procedere verso un’azione trasformatrice incisiva secondo il Vangelo papa Francesco indica quattro principi relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale. Il tempo è superiore allo spazio: privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti.
L’unità prevale sul conflitto: un’azione è trasformatrice se affronta i conflitti non nella giustapposizione né nell’assorbimento delle parti, ma in una sintesi su un piano superiore che conservi le potenzialità delle polarità in contrasto: una diversità riconciliata. La realtà è più importante dell’idea: una azione è trasformatrice se evita l’universalismo astratto e globalizzato come anche il localismo folcloristico che non si lascia interpellare da ciò che è diverso, scegliendo invece di allargare lo sguardo per poter riconoscere un bene più grande che porta benefici a tutti.
Il tutto è superiore alla parte: una azione è trasformatrice se evita l’universalismo astratto e globalizzato come anche il localismo folcloristico che non si lascia interpellare da ciò che è diverso, scegliendo invece di allargare lo sguardo per poter riconoscere un bene più grande che porta benefici a tutti.
“Non facciamoci rubare la speranza … Lo spazio cristallizza i processi, il tempo proietta invece verso il futuro e spinge a camminare con speranza”. L’opera segno di speranza che come francescani siamo chiamati a costruire è la fraternità minoritica in una città fraterna, attivandoci a ricostruire pazientemente il legame socio-politico.
Questo il PROGRAMMA dettagliato del CAPITOLO GENERALISSIMO:
Raduno dei frati ad instar capituli
nel giorno del 500° anniversario della pubblicazione della Ite vos
Lunedì 29 maggio 2017
Ore 08.00 Pellegrinaggio a piedi da San Damiano.
Ore 11.30 Arrivo a Foligno e sistemazione dei partecipanti.
Ore 12.30 Pranzo.
Ore 15.00 Lavori capitolari: introduzione, incarichi, conoscenza dei partecipanti.
Ore 16.00 Pausa ed accoglienza dei Vescovi.
Ore 16.15 Liturgia di inizio Capitolo Generalissimo: “Formare la gioia del padre serafico”.
I Frati Francescani in Umbria
Lunedì 29 maggio 2017
Ore 17.00 Lavori capitolari: Intervento dei Vescovi: “I Frati francescani in Umbria: una presenza significativa (paure ed attese)?”.
Ore 19.30 Vespri: “Concordi nel grembo di una sola madre”.
Ore 20.00 Cena.
Ore 21.30 Ricreazione.
I Frati Francescani in Umbria
Martedì 30 maggio 2017
Ore 09.00 Lavori capitolari: presentazione quadro d’insieme delle presenze francescane (confratelli, comunità, attività, progetto…) da parte dei Superiori Maggiori.
Ore 10.00 Intervallo.
Ore 10.15 Lavori capitolari: il Documento preparatorio.
Ore 11.30 Celebrazione della riconciliazione: “Quello che non sappiamo perdonare tu, o Signore, fa’ che perdoniamo”.
Ore 15.40 Lavori capitolari: avvio dei lavori di gruppo.
Ore 18.30 Celebrazione eucaristica: “Costruttori dell’unità della famiglia umana”.
Ore 21.30 Ricreazione.
L’Evangelizzazione e la Comunione Fraterna
Mercoledì 31 maggio 2017
Ore 09.00 Lavori capitolari: intervento su “L’evangelizzazione e la comunione fraterna dei frati francescani in Umbria alla luce dell’Evangelii gaudium” (prof. don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma).
Ore 10.00 Intervallo.
Ore 10.15 Lavori capitolari: gruppi misti.
Ore 12.00 Celebrazione eucaristica nella festa della visitazione della B.V. Maria: “Metterci con Gesù in mezzo al suo popolo”.
Ore 15.40 Lavori capitolari: tavola rotonda sul tema “Prendersi cura delle fragilità del popolo per costruire un mondo migliore”, con Andrea Tittarelli (giovane umbro della Cooperativa Agricola “La Semente”), Domenico De Masi (sociologo), Federica Angeli (giornalista); fra Enzo Fortunato (moderatore).
Ore 17.30 Lavori capitolari: gruppi misti.
Ore 19.15 Adorazione eucaristica e Vespri: “Indicibile letizia sotto lo sguardo della Madre”.
Ore 21.30 Ricreazione.
L’Evangelizzazione e la Comunione Fraterna
Giovedì 1 giugno 2017
Ore 09.00 Lavori capitolari: intervento dei Ministri Generali (possibilità giuridiche per una collaborazione tra le famiglie francescane).
Ore 10.30 Intervallo.
Ore 11.00 Lectio divina su Lc 10,1-16 “Quando i frati vanno per il mondo”, tenuta dalla prof.ssa Rosanna Virgili.
Ore 15.30 Lavori capitolari: gruppi misti e formulazione di Mozioni.
Ore 16.30 Intervallo.
Ore 17.00 Lavori capitolari: riporto del lavoro nei gruppi, sintesi dei temi emersi ed elezione dell’orientamento comune circa l’evangelizzazione e la comunione fraterna (contenuti e stile).
Ore 18.30 Celebrazione eucaristica (con tutti i confratelli in formazione) nella memoria di san Giustino: “La sfida di scoprire e trasmettere la ‘mistica’ di vivere insieme”.
Ore 21.30 Ricreazione.
Conclusione
Raduno di tutti i frati al Sacro Convento di Assisi
Venerdì 2 giugno 2017
Ore 09.30 Lavori capitolari: sintesi di quanto vissuto nel Capitolo Generalissimo; intervento dei Ministri Generali.
Ore 10.00 Intervallo.
Ore 10.15 Lavori capitolari: confronto aperto; indicazioni circa il 29 novembre 2017.
Ore 11.30 Celebrazione eucaristica in Basilica Inferiore: “Chi oserebbe far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi”.
Ore 13.00 Pranzo di conclusione.
Indicazioni Sede dell’Incontro:
Convento “OASI SAN FRANCESCO”
Colle Cappuccini, 10 – Foligno (PG)
Tel. +39 0742 350262
Segreteria: avallone.alfredo@libero.it
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